I recinti delle grida: le borse in Italia prima della borsa italiana a Milano
Prima della costituzione della società per azioni Borsa italiana con sede a Milano nel 1998, esistevano in Italia dieci borse valori (Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Trieste, Venezia) formatesi durante l’Ottocento, spesso riprendendo tradizioni civiche locali di istituzioni dedicate alla contrattazione di valori e merci. Regolamentate dai codici di commercio ottocenteschi e poi da una legge quadro del 1913, le borse in Italia si sviluppano di pari passo alla geografia finanziaria del paese, con la borsa a Milano, attiva fin dal 1808, che inizia ad emergere come la principale, e con quella di Roma in seconda posizione. L’evoluzione diventa ancor più evidente negli anni ’70 del Novecento, quando molti istituti bancari si dotano di strumenti per la gestione centralizzata degli ordini e iniziano a convogliare la maggior parte delle operazioni sulla borsa di Milano, relegando le altre nove borse alla gestione della clientela privata e delle più piccole banche locali.
La borsa gridata
Frenetico e teatrale, il funzionamento delle borse valori prevedeva il ricorso alle grida, poiché la legge imponeva che le offerte venissero proclamate a voce alta dagli intermediari autorizzati, in modo da sancire la pubblicità e la trasparenza delle operazioni. Il salone delle contrattazioni, chiamato “recinto delle grida” o “corbeille” alla francese, era il palcoscenico degli agenti di cambio e dei loro procuratori, intenti a concludere ordini di acquisto e vendita. Il rumore incessante e la confusione rendevano la comunicazione verbale fra le varie sale e i clienti al telefono ardua e incerta, così le grida erano accompagnate da gesti convenzionali secondo un codice ben definito con varie tipologie gestuali: numeriche per quantità e prezzi, alfabetiche per la denominazione delle società, traspositive per rappresentare l'attività dell'impresa, le qualità dei prodotti o le attività e lo stato del mercato.
La Borsa italiana di Milano
Questo mondo giunge a termine negli anni Novanta con una serie di riforme che prevedono il passaggio degli scambi dalla contrattazione gridata alla piattaforma telematica, completato tra il
1992 e il 1994, la perdita del monopolio dei contratti di borsa degli agenti di cambio e con la costituzione delle Società di intermediazione mobiliare (Sim), e, infine, il passaggio della gestione da soggetti pubblici, i Consigli di borsa, ad un soggetto privato: la società per azioni Borsa Italiana.
I documenti nella Biblioteca Bocconi
La Biblioteca Bocconi possiede una collezione di risorse di grande rilievo sulle attività delle vecchie borse, a partire dalla raccolta, unica in Italia per completezza, dei listini di tutte le borse in oltre mille volumi. La nostra biblioteca conserva poi anche, fra le varie pubblicazioni, “L’osservatorio della borsa”, “La rivista della Borsa”, i rapporti annuali curati dal Comitato direttivo degli agenti di cambio della Borsa di Milano e, infine, il raro “Il termometro mercantile e d’industria”, che pubblicava le quotazioni di quattro titoli del debito pubblico correntemente trattati alla Borsa di Milano negli anni Trenta dell’Ottocento.

La Borsa Valori in una vignetta umoristica di Giovanni Manca (Biblioteca Comunale Centrale di Milano)

Listino Ufficiale Borsa Valori di Milano (Fonte: Biblioteca Bocconi)

Listino Ufficiali Borsa Valori di Firenze (Fonte: Biblioteca Bocconi)