Il percorso da notaio
Non avevo programmato di diventare notaio quando ho iniziato a studiare Giurisprudenza ma, dopo la laurea in diritto commerciale con il professor Notari, ho parlato spesso con lui del mio futuro e gli ho spiegato alcune mie perplessità nel proseguire la carriera forense. Da questo confronto è nata l’idea di intraprendere la pratica notarile nel suo studio, cercando comunque di portare avanti in parallelo anche la pratica forense. Ho seguito per qualche mese la Scuola di Notariato della Lombardia, ma era prettamente teorica e non corrispondeva a quanto stessi cercando; ho preso parte ai corsi di un’altra scuola dove, ogni settimana, svolgevo una prova di concorso; attività pratica che mi è parsa molto utile in vista del concorso mentre mi sono organizzato in autonomia per quanto riguardava lo studio teorico. Consiglio quindi di non scegliere una scuola esclusivamente teorica, la pratica e le esercitazioni sono fondamentali: bisogna imparare a gestire il tempo, individuare i problemi giuridici posti e motivare efficacemente le soluzioni adottate.
Sono diventato avvocato nel 2014, ho iniziato un dottorato di ricerca in diritto commerciale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e, fortunatamente, ho superato anche il concorso notarile venendo nominato notaio in Sesto San Giovanni e ottenendo poi il trasferimento a Milano.
Per prima
cosa vorrei sfatare un mito: non tutti i notai sogni figli di notai. Secondo le
statistiche solo il 17% circa dei notai in esercizio è figlio di, o ha
fratelli, notai. Io ne sono un esempio!
Per accedere al concorso notarile bisogna svolgere 18 mesi di pratica
obbligatoria, di questi 6 mesi possono essere anticipati già durante il quinto
anno di università, prima di aver ottenuto il titolo di laurea. Il concorso si
svolge una volta all’anno a Roma e si articola in tre prove: la prima si occupa
degli atti inter vivos, la seconda degli atti mortis causa e la terza degli
atti di diritto commerciale. È previsto il limite di età di 50 anni e si può
partecipare al concorso, consegnando tutti gli elaborati, solo per cinque
volte.
I posti disponibili variano da concorso a concorso, ma generalmente si
assestano in 200-250 posti. Il concorso dura 8 ore, ma la dettatura inizia
diverse ore dopo l’ingresso in aula visto che i commissari sono obbligati a
scrivere la traccia la mattina stessa.
La commissione è composta da 24 persone tra professori universitari, magistrati
e notai. Dopo l’esame scritto si procede con l’esame orale al quale,
fortunatamente, è difficile essere respinti.
Il mio
consiglio, per prepararsi al meglio, è anticipare i primi sei mesi di pratica
durante l’università: questo fornisce un vantaggio competitivo non indifferente
e si possono poi recuperare quei mesi per un ripasso teorico. A mio avviso, la
pratica notarile è molto utile perché insegna ad individuare i problemi
giuridici e allena ad un approccio risolutivo.
Consiglio di approfondire lo studio dell’inglese e di fare esperienze
internazionali, dato che la professione notarile si sta evolvendo rapidamente,
e con alcuni clienti internazionali si comunica solo in inglese. Io ho
sfruttato le opportunità offerte dalla Bocconi e ho partecipato sia a un Campus
Abroad in Australia e sia al Programma Scambi in Nuova Zelanda, e anche se
solitamente ci interfacciamo con professionisti della sede italiana, nei casi
di operazioni con connotati transnazionali, mi sono sempre sentito pronto, come
un notaio deve essere.
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