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Nata dall’idea dei bocconiani Giorgio Seveso e Luca Milesi, Tundr digitalizza i programmi aziendali per trasformarli in parte integrante del salario e renderne l’utilizzo semplice e personalizzato

Dai banchi dell’università a co-fondatori di una startup che punta in alto. Giorgio Seveso e Luca Milesi dopo la laurea in Bocconi hanno scelto di riscrivere le regole del welfare aziendale, puntando sulla tecnologia per semplificare i programmi e aumentare l'engagement dei dipendenti. In pochi anni, sono stati erogati più di 20 milioni di euro di servizi e la società ha raccolto oltre 9 milioni in due round.

Quali sono le nuove esigenze delle persone?

Giorgio Seveso: Per chi lavora il welfare aziendale non è più un benefit accessorio, ma un supporto al potere d'acquisto e una vera integrazione del pacchetto salariale. Alla maggiore capacità di spesa si affianca tutto ciò che è la personalizzazione di un piano di welfare: viviamo in un'epoca in cui in azienda convivono diverse generazioni che hanno esigenze molto lontane, il piano di welfare deve quindi adattarsi.

Come si attrezzano le aziende? 

Luca Milesi: Le imprese devono garantire due livelli importanti di sviluppo del welfare aziendale: analizzare l'ambiente intorno alla persona, per permetterle di raggiungere quel famoso equilibrio vita-lavoro, e ascoltare le persone, con survey, focus group e interviste per capire dalla popolazione aziendale ciò che serve per sviluppare un piano di welfare adeguato. Ci sono imprese dove si può ampliare l’offerta con il supporto psicologico, altre in cui può essere più adatto promuovere le attività sportive. 

Qual è il mix vincente? 

Luca Milesi: Non c'è una ricetta unica, bisogna saper personalizzare. Un piano welfare strategico definisce degli strumenti concreti che poi si traducono in una spendibilità molto ampia per la persona, che può usare i suoi crediti per bisogni reali. Ma un piano welfare deve guardare anche all'obiettivo strategico dell'azienda perché ha un riscontro in termini di performance e di redditività. L'effetto è diretto sul talent management: il welfare aziendale impatta su turnover e retention, ma limita il quite quitting, perché le persone si sentono più coinvolte nell'attività aziendale. 

Tundr come si muove in questo scenario? 

Giorgio Seveso: Tundr parte dall'esperienza di due ex studenti che finiscono l'università e si trovano per la prima volta in un contesto lavorativo, in cui le aziende affiancano piani welfare allo stipendio. Abbiamo visto che quel mondo era complesso e abbiamo voluto facilitare l'utilizzo di queste iniziative welfare con la digitalizzazione. Noi rendiamo i benefit fruibili e semplici da erogare, costruendo un ecosistema in cui il welfare è parte integrante del salario e diventa per i candidati un motivo di scelta di un'azienda di un rispetto che un'altra. 

Da dove siete partiti?

Luca Milesi: Da ciò che più ci contraddistingue: la tecnologia. Siamo stati i primi a portare nel settore una carta di pagamento che si può modellare in modo flessibile in base alle esigenze delle persone e impresa. Abbiamo creato un'infrastruttura welfare grazie alla quale il datore di lavoro carica dei crediti che il dipendente può usare con una normale carta. Abbiamo iniziato con fringe benefit, con una carta che dà accesso a oltre 800 brand in 80.000 punti vendita senza dover passare dalla tipica piattaforma da cui scaricare il voucher. 

Qual è la risposta delle aziende alla vostra soluzione? 

Giorgio Seveso: Lavoriamo con più di 500 aziende, dalle micro-imprese con 4-5 dipendenti fino a gruppi multinazionali e società quotate. Il feedback è lo stesso: abilitiamo programmi welfare che sono comprensibili, digitali, efficaci e sostenibili. Avere strumenti che sono così facili da usare ti porta anche ad avere soluzioni più accessibili, con un engagement maggiore che permette di raccogliere dati migliori. Le analisi permettono alle imprese di essere più precise nella valutazione dell'impatto del piano welfare e fa capire cosa deve essere migliorato. 

Come vedete il futuro del settore?

Giorgio Seveso: Ci interroghiamo ogni giorno. Le aziende sono sempre più un brand che deve essere attrattivo per i talenti e il welfare permette di trattenere i giovani. In Tundr vogliamo continuare a democratizzare i benefit, aggiungendo dei moduli che ci permetteranno di affiancare ai classici buoni altre iniziative che vanno oltre la mera erogazione di un borsellino: asilo nido, palestra in ufficio ed educazione finanziaria.