Emirati e Arabia? Viaggiano ad alta velocità
Sarebbe dovuta restare a Dubai “tre giorni”, il tempo di scambiare qualche bigliettino da visita con investitori promettenti e ripartire verso casa. Ci è rimasta tre anni e non ha alcuna intenzione di tornare indietro. “Gli Emirati Arabi Uniti sono come una startup, se paragonate ai paesi occidentali”, racconta Chiara De Caro, alumna Bocconi e managing director di Agcc che aiuta governi, aziende e startup ad avviare percorsi di innovazione. Naturale per lei ancorarsi nel Golfo: chi naviga alla ricerca dei nuovi tesori del tech sa bene che mari solcare.
Come è fare innovazione in questa zona del mondo?
Rispetto all’Europa c'è una differenza sostanziale: è un sistema nascente. Basti pensare che l'Arabia Saudita si è aperta all’esterno solo sei anni fa. Il mercato delle startup è particolarmente recente e forse acerbo, ma si muovono a una velocità molto più rapida rispetto all’Occidente: ho iniziato a lavorare nella mia prima startup in Italia negli anni Duemila e posso assicurare che l’evoluzione è stata molto più lenta.
Una velocità dettata dai capitali che circolano nel golfo…
I capitali sì sono maggiori, ma i finanziamenti non arrivano più solo direttamente dal territorio: i dati dimostrano che il 46% dei capitali investiti provengono dagli Stati Uniti, con i paesi esteri che hanno una sempre maggiore attenzione verso questa parte del mondo. Se prima si veniva a bussare per raccogliere soldi, ora si portano. E questo avviene perché tutto il sistema è molto più rapido e reattivo, non è solo budget.
Che significa?
È tutto diverso rispetto all’Europa, diciamo che gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita sono delle startup se paragonate all’Occidente. Un cambiamento avviato dai governi che incentivano, aiutano e rafforzano l’ecosistema dell’innovazione anche con meccanismi di deregulation e leggi più flessibili rispetto a quelle europee che permettono di testare prodotti e fare cose che altrove potresti solo immaginare. Insomma, si è capito che dall’innovazione passa la possibilità di diversificare l’economia, quindi sono stati promossi programmi come Uae 2030 e Saudi 2030 che puntano a diffondere la cultura digitale nella società.
Qual è l’effetto sul mercato del venture capital?
Gli investimenti corrono a un ritmo diverso. Nel 2024 l’Italia ha registrato 1,2 miliardi di investimenti, nel Medio Oriente-Nord Africa ne sono stati messi insieme 2,2 miliardi, di cui il 45% negli Emirati Arabi Uniti e il 35% in Arabia Saudita. In totale quasi 1,8 miliardi. Il 2025 sarà di certo già di gran lunga superiore: solo con i dati di maggio, negli Emirati Arabi Uniti gli investimenti sono il 30% in più dell’intero 2024. Parliamo di molti soldi.
Dove puntano gli investimenti?
Si è molto focalizzati sull'early stage, ed è normale se ci si ricorda che è un ecosistema in crescita senza troppe aziende da sostenere nella fase di scaleup. Come ogni mercato emergente, all’inizio si è fatto il copycat di ciò che funzionava in altri paesi, basti pensare al food delivery di Talabat. C’è anche molto fintech, come al solito è sempre uno dei primi ambiti di interesse, anche se ora l’interesse si sta spostando su sostenibilità e intelligenza artificiale. In questi tre anni ho notato maggiore qualità anche nelle startup che vengono create: ci sono ancora le caratteristiche dell'ecosistema acerbo, ma si sta sviluppando velocemente.
Le imprese innovative rispondono anche ai bisogni del territorio. Cosa viene chiesto all’innovazione?
Per il Golfo ci sono dei settori particolarmente rilevanti, legati all'agricoltura e alla gestione dell’acqua. Le soluzioni tecnologiche che impattano su questi segmenti possono avere successo anche se al momento non hai nulla di disruptive. Il nostro lavoro Agcc è portare sul territorio tecnologia avanzata e permettere agli imprenditori di far crescere ed espandere la loro idea nel resto del mondo avendo a disposizione strutture, soldi e una posizione geografica strategica.
Che tipo di startupper frequentano Dubai e Riyad?
Il profilo dei giovani imprenditori è cambiato molto, perché chi viene qui adesso lo fa per restarci a lungo. Spesso sono expat che arrivano Singapore, Hong Kong o Stati Uniti. Cittadini del mondo che vogliono godere della forte crescita del Golfo. Chi viene per tirar su una startup trova qualità e talento che non mancano da queste parti.