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Servizi sotto pressione

, di Barbara Orlando
Nel nuovo scenario europeo, la domanda interna sta spingendo al rialzo i prezzi nei servizi, rendendo più complessa l’azione della politica monetaria, spiega Mario Porqueddu, alumnus Bocconi e Senior Economist presso la Banca Centrale Europea

Negli ultimi anni, l’inflazione è tornata al centro del dibattito economico. Ma dietro ai numeri complessivi si cela una divergenza tra beni e servizi, con importanti implicazioni per la politica monetaria. “Oggi sono i servizi — spinti da salari e domanda interna — a sostenere l’inflazione in Europa”, spiega Mario Porqueddu, alumnus Bocconi e Senior Economist presso la Banca Centrale Europea. Comprendere queste dinamiche settoriali è cruciale per le banche centrali che intendono rispondere in modo efficace in un contesto sempre più incerto.

Nel suo recente contributo per l’ECB Economic Bulletin, lei ha analizzato la divergenza tra inflazione di beni e servizi. Perché è importante distinguerle? E cosa ci rivelano queste tendenze sul funzionamento dell’economia?
L’obiettivo principale della BCE è la stabilità dei prezzi misurata in termini di inflazione complessiva. Tuttavia, le tendenze nei prezzi relativi offrono indicazioni sulla persistenza di uno shock e sull’impatto delle forze di lungo periodo sull’inflazione. Il divario tra inflazione dei servizi e dei beni industriali non energetici (NEIG) varia nel tempo, ma è rimasto positivo per un lungo periodo fino all’impennata del 2021-2022. I prezzi dei beni sono più influenzati dalle condizioni globali di produzione e commercio, mentre il settore manifatturiero ha registrato performance di produttività superiori rispetto ai servizi, il che spiega in parte le tendenze pre-pandemiche nei prezzi relativi. Queste dinamiche mostrano che l’economia reagisce diversamente agli shock globali rispetto a quelli domestici, con l’inflazione dei servizi che mostra maggiore persistenza a causa della sua dipendenza dai salari e dalla domanda interna.

Quali sono i principali fattori che spiegano il diverso andamento di inflazione di beni e servizi? Energia, salari, domanda interna: cosa pesa di più oggi?
L’inflazione dei beni è storicamente guidata in gran parte dai prezzi dell’energia, dalle catene di approvvigionamento globali e da fattori esterni, più che dai servizi. L’analisi evidenzia che gli shock dal lato dell’offerta (es. prezzi dell’energia, interruzioni nelle catene di fornitura) hanno avuto un effetto più forte e rapido, ma meno persistente, sull’inflazione NEIG nel 2022 e 2023. Al contrario, l’inflazione dei servizi è spinta maggiormente dalle dinamiche del mercato del lavoro (es. forti pressioni salariali) e dalla domanda interna. Mentre l’inflazione dei beni è scesa in modo deciso con l’attenuarsi degli shock di offerta, quella dei servizi è rimasta più persistente a causa delle pressioni salariali e di mercati del lavoro ancora tesi. Di conseguenza, oggi l’inflazione dei servizi, trainata da fattori domestici, gioca un ruolo maggiore sull’inflazione complessiva rispetto a quella dei beni.

Le differenze che osserviamo tra beni e servizi sono temporanee, legate agli shock recenti, o segnalano un cambiamento strutturale nelle dinamiche dell’inflazione?
La divergenza tra inflazione di beni e servizi è influenzata sia da shock temporanei che da potenziali cambiamenti strutturali. Le interruzioni legate alla pandemia e l’impennata dei prezzi dell’energia hanno causato un’inversione temporanea del tradizionale divario positivo tra inflazione dei servizi e dei beni. Oggi questo divario positivo sta tornando al livello storico, ma tendenze demografiche (es. invecchiamento), progressi tecnologici (es. IA) e deglobalizzazione potrebbero portare a cambiamenti strutturali nei prezzi relativi. I servizi ad alta intensità di lavoro potrebbero affrontare pressioni al rialzo sui prezzi in modo continuativo. Anche l’inflazione dei beni potrebbe aumentare con una possibile deglobalizzazione dovuta a frammentazione geopolitica e commerciale. Digitalizzazione e intelligenza artificiale potrebbero influenzare in maniera diversa i prezzi di beni e servizi. La portata dell’effetto complessivo resta incerta e dipende dalla velocità con cui queste tecnologie saranno adottate nei processi produttivi.

Negli ultimi tre anni, l’inflazione è tornata con forza al centro del dibattito economico. Un picco temporaneo era atteso, ma l’inflazione nei servizi sembra più persistente. È un’anomalia o un segnale di allarme?
Mentre l’inflazione dei beni si è normalizzata con il venir meno degli shock di offerta, quella dei servizi è scesa più lentamente a causa delle pressioni salariali ancora forti e della tensione nei mercati del lavoro. Secondo le proiezioni dell’Eurosistema di giugno 2025, l’inflazione dei servizi dovrebbe ridursi gradualmente, riflettendo l’attenuazione degli effetti ritardati dei precedenti rincari generali e il progressivo raffreddamento delle pressioni sui costi del lavoro.

Come cambia il lavoro della BCE quando l’inflazione non è omogenea ma dispersa tra settori? Rende la calibrazione della politica monetaria più difficile?
Una comprensione approfondita dei fattori che guidano i prezzi dei diversi beni e servizi è fondamentale. L’inflazione dei beni risponde più rapidamente agli shock esterni e alle misure di politica monetaria, mentre quella dei servizi è più persistente perché dipende da salari e domanda interna. Questa eterogeneità richiede un attento monitoraggio delle dinamiche settoriali.

Per molte persone, i dati ufficiali sull’inflazione sembrano spesso scollegati dalla vita quotidiana. La differenza tra inflazione di beni e servizi può spiegare questo divario?
La percezione dell’inflazione da parte del pubblico è influenzata dai prezzi dei beni acquistati più frequentemente. In particolare, energia e alimentari tendono a dominare la percezione dell’inflazione perché vengono acquistati più spesso e sono più visibili ai consumatori.

Le aspettative giocano un ruolo cruciale nella trasmissione della politica monetaria. Come si formano oggi le aspettative di inflazione e quanto sono sensibili alla comunicazione della BCE?
I fattori che guidano le aspettative variano a seconda dell’orizzonte temporale. Le aspettative di breve periodo sono più sensibili agli shock inflazionistici passati, mentre quelle di lungo periodo sono più legate all’obiettivo di inflazione della banca centrale. Nel periodo dell’impennata inflazionistica del 2021-2022, le aspettative di lungo periodo nell’area euro sono rimaste ancorate, a conferma della fiducia nella capacità della BCE di gestire l’inflazione.

Dopo anni di inflazione bassa e stabile, stiamo entrando in un periodo di maggiore volatilità dei prezzi? È uno scenario plausibile nel lungo termine?
La volatilità dell’inflazione è aumentata nel periodo post-pandemico a causa di shock senza precedenti. In prospettiva, potrebbe tornare a crescere per effetto dell’incertezza crescente.

Infine, quali lezioni possiamo trarre da questo periodo di turbolenza inflazionistica? E quali strumenti andrebbero rafforzati per gestire meglio sfide simili in futuro?
Come ha ricordato la presidente Lagarde durante il suo intervento alla conferenza “ECB and Its Watchers” di marzo, il nuovo contesto in cui ci troviamo solleva interrogativi fondamentali per la politica monetaria, che sono oggetto della revisione strategica in corso. Il recente periodo di turbolenza inflazionistica ha sottolineato l’importanza di mantenere aspettative di inflazione ben ancorate, che consentono alle banche centrali di gestire l’inflazione a costi economici inferiori. Ha inoltre evidenziato la necessità di una funzione di reazione state-dependent, capace di adattarsi in modo flessibile alla dimensione, persistenza e natura degli shock, in particolare in un mondo caratterizzato da shock dal lato dell’offerta e incertezze geopolitiche. Per affrontare al meglio le sfide future, i policymaker dovrebbero rafforzare gli strumenti di analisi di scenario, monitorare attentamente le aspettative di inflazione e mantenere un quadro robusto ma agile per garantire la stabilità dei prezzi nel medio termine. In ultima analisi, l’impegno per la stabilità dei prezzi, unito ad agilità e chiarezza, sarà centrale per orientarsi in un ambiente globale sempre più volatile.

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