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Sarah Litrico, una giocatrice inter… Nazionale

, di Davide Ripamonti
Italo-canadese, iscritta alla University of Toronto, Sarah, che a soli 19 anni ha già esordito nella Nazionale maggiore di basket, trascorrerà un anno di studi in Bocconi dove giocherà anche nella squadra di Bocconi Sport

All’insegna del “c’è sempre una prima volta”, anche lo sport in Bocconi fa registrare nell’annata sportiva che è appena cominciata un’interessante novità. Per la prima volta, infatti, un’atleta che veste anche i panni della Nazionale (la Nazionale maggiore, per essere chiari) disputerà una stagione indossando le divise di una squadra Bocconi. L’atleta in questione è Sarah Litrico, 19 anni, ruolo guardia, chiamata da Andrea Capobianco (allenatore della Nazionale di basket) nella rosa allargata da cui sono poi state scelte le 12 giocatrici che hanno conquistato uno storico bronzo ai Campionati Europei. Sarah non è stata tra le 12 prescelte, ma già essere chiamata, a 19 anni (largamente la più giovane del gruppo, “il coach mi chiamava la piccola straniera”), a un raduno così prestigioso è stato un sogno che si è avverato. Più bello anche perché inaspettato, per lei che, nata a Milano ma trasferitasi giovanissima in Canada, ha finora giocato solo a livello universitario con la squadra della University of Toronto, dove studia relazioni internazionali. 

“E pensare che il mio primo sport è stato il calcio”, racconta Sarah, che trascorrerà questo intero anno accademico in Bocconi frequentando il corso di laurea in International politics and government, “ma quando ho deciso di passare al basket me ne sono innamorata e non l’ho più lasciato”. Anche se gli inizi sono stati difficili, soprattutto perché in piena era Covid. “Era complicato anche allenarsi, ma alla fine ne siamo usciti. Ho iniziato giocando nella squadra del mio liceo, poi ho accettato un’offerta della University of Toronto, che ha un programma di basket molto interessante oltre a un livello accademico alto, come la Bocconi”. Un basket, quello universitario canadese, che assomiglia molto, per come è strutturato, a quello dei vicini americani: “Sì, da noi lo sport universitario, il basket nel mio caso, è sotto l’egida U Sports, l'organismo nazionale che governa lo sport nelle università canadesi, una sorta di Ncaa in versione canadese”. Tutto molto diverso da quanto avviene in Italia, dove Sarah, che avrebbe certamente potuto ambire a giocare a un livello più alto, ha deciso che quest’anno che trascorrerà in Italia lo dedicherà, oltre che allo studio, a difendere i colori della Bocconi giocando con la squadra che milita in serie C. 

Quale sarà il suo ruolo esattamente? “Il mio compito sarà soprattutto quello di aiutare le mie compagne ad alzare il proprio livello. E’ una squadra con un potenziale alto, ma possiamo crescere ancora. L’esordio è stato buono, abbiamo vinto il torno di Madrid sconfiggendo le padrone di casa della IE Business School e le francesi di Sciences Po”. Facendo un passo indietro, Sarah torna alla scorsa primavera, alla convocazione in Nazionale: “Mi aspettavo di essere convocata con la Nazionale Under 20, poi ho letto le convocazioni su Instagram e il mio nome era tra le giocatrici della Nazionale maggiore. Una vera sorpresa”. Uno shock, all’inizio. Che poi si è tramutato in un’esperienza fondamentale per la sua crescita. “Ho imparato innanzitutto a capire come si gioca nel basket italiano, molto diverso dal campionato universitario canadese. E poi, guardando le mie compagne più grandi, a gestirmi come un’atleta di questo livello deve fare”. Nel suo futuro Sarah vede tanto basket, ma ha già chiaro anche il dopo. “Voglio giocare a basket più tempo possibile”, racconta, “finché il mio corpo me lo permetterà. Probabilmente sarà in Italia, o comunque in Europa, dopo aver finito l’università. Poi voglio un lavoro appagante, il sogno sarebbe lavorare per le Nazioni Unite”.