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In ufficio? Solo quando serve

, di Beatrice Bauer - SDA Associate Professor of Practice
Uno stop alle ore inutili di permanenza per lottare contro lo stress

Èdifficile che in una riunione aziendale ci si interroghi su come organizzare il lavoro in modo da non essere sopraffatti da problemi e meeting, da scadenze a raffica, obiettivi impossibili, budget ansiogeni, conflitti e tensioni interpersonali. Le organizzazioni raramente accettano di affrontare in modo sistematico questo problema. Le scuole manageriali non insegnano questa materia e la medicina ha ben altre priorità che investire in una costosa prevenzione. Eppure i costi dello stress sono elevati.

Personnel Today e Health and Safety Executive hanno condotto uno studio in cui risulta che a causa dello stress si perdono in Inghilterra 1.554.256 giornate lavorative l'anno e che l'11% dell'assenteismo nelle aziende è causato da stress.

Da un punto di vista individuale i costi sono i numerosi danni all'organismo (che variano anche in relazione al patrimonio genetico di ognuno), dai semplici problemi di irritabilità fino a tumori e problemi cardiaci, e quelli psicologici. I sintomi più diffusi sono depressione e burn-out, perdita di motivazione al lavoro, errori frequenti e dimenticanze, incidenti, cinismo, aggressività, isolamento sociale o difficoltà interpersonali. E' facile capire che questi danni, mostrati da più individui nello stesso contesto lavorativo, creano un clima negativo, spesso causa di assenteismo.

Comprendendo i costi dello stress, le aziende più illuminate hanno messo a disposizione dei dipendenti corsi di vario tipo, come yoga e tecniche di rilassamento, varie attività sportive, sino a periodi di sabbatico. Anche se queste iniziative sono utili e costituiscono un segno positivo di supporto da parte dell'azienda, evidenziano importanti limiti.

Il primo problema è determinato dalle molteplici cause che possono essere alla base delle difficoltà individuali a gestire in modo adeguato lo stress. Solo attraverso un assessment molto accurato se ne possono determinare le diverse cause cognitive, emotive, comportamentali e fisiche. È evidente che difficilmente uno stesso corso possa supplire alle carenze delle diverse persone.

L'esperienza clinica ha mostrato che una persona curata con successo e rimessa "a nuovo" con un intervento di un mese in una clinica specializzata tende a mantenere i risultati per soli sei mesi. Questo significa che limitare l'intervento alla formazione dell'individuo, senza ripensare l'organizzazione del lavoro, è di scarso successo a lungo termine. La formazione che aiuta a gestire in modo efficace le organizzazioni tocca i temi classici della gestione: leadership, negoziazione, delega, comunicazione assertiva ecc. Questi temi, affrontati in connessione con lo stress e le sue patologie, trovano nei partecipanti una maggiore rispondenza e motivazione all'applicazione.

Un ultimo ostacolo per comprendere e gestire lo stress in azienda è di tipo culturale. Organizzazioni di stampo burocratico, con una gestione delle persone di tipo autocratico e impersonale, producono livelli di stress elevati. Le caratteristiche umane che la ricerca ha mostrato essere maggiormente correlate a una buone capacità di gestione dello stress sono l'ottimismo, un forte coinvolgimento positivo, un sano senso di soddisfazione per il proprio lavoro, una buona stima di sé e di autoefficacia grazie ai feedback positivi e all'attenzione al merito. Tali emozioni e atteggiamenti vengono però raramente mostrati dal top management aziendale, sono poco rinforzati dai capi e vengono spesso puniti come inadeguati. Nella nostra cultura mostrare sofferenza, qualche volta un vero e proprio abbrutimento a causa di un eccessivo impegno, incontra un maggiore gradimento e simpatia rispetto a una forte motivazione, comportamenti sani per la propria salute e stima di sé.

Il premio Nobel dell'economia Daniel Kahneman ha dimostrato che la produttività delle persone è legata al loro sentirsi "felici" in azienda e che una buona dose di infelicità provata durante la giornata lavorativa si correla a un numero insufficiente di ore di sonno. Non è pertanto una banalizzazione del problema, come punto di partenza per un intervento anti-stress, smettere di chiedere ai propri collaboratori come segno di coinvolgimento e impegno una permanenza in azienda oltre l'orario. Non si deve incentivare una permanenza estesa (spesso poco produttiva) che non permette una vita privata e un momento di relax per ricaricarsi.