In ufficio? Solo quando serve
Èdifficile che in una riunione aziendale ci si interroghi su come organizzare il lavoro in modo da non essere sopraffatti da problemi e meeting, da scadenze a raffica, obiettivi impossibili, budget ansiogeni, conflitti e tensioni interpersonali. Le organizzazioni raramente accettano di affrontare in modo sistematico questo problema. Le scuole manageriali non insegnano questa materia e la medicina ha ben altre priorità che investire in una costosa prevenzione. Eppure i costi dello stress sono elevati.
Personnel Today e Health and Safety Executive hanno condotto uno studio in cui risulta che a causa dello stress si perdono in Inghilterra 1.554.256 giornate lavorative l'anno e che l'11% dell'assenteismo nelle aziende è causato da stress.
Da un punto di vista individuale i costi sono i numerosi danni all'organismo (che variano anche in relazione al patrimonio genetico di ognuno), dai semplici problemi di irritabilità fino a tumori e problemi cardiaci, e quelli psicologici. I sintomi più diffusi sono depressione e burn-out, perdita di motivazione al lavoro, errori frequenti e dimenticanze, incidenti, cinismo, aggressività, isolamento sociale o difficoltà interpersonali. E' facile capire che questi danni, mostrati da più individui nello stesso contesto lavorativo, creano un clima negativo, spesso causa di assenteismo.
Comprendendo i costi dello stress, le aziende più illuminate hanno messo a disposizione dei dipendenti corsi di vario tipo, come yoga e tecniche di rilassamento, varie attività sportive, sino a periodi di sabbatico. Anche se queste iniziative sono utili e costituiscono un segno positivo di supporto da parte dell'azienda, evidenziano importanti limiti.
Il primo problema è determinato dalle molteplici cause che possono essere alla base delle difficoltà individuali a gestire in modo adeguato lo stress. Solo attraverso un assessment molto accurato se ne possono determinare le diverse cause cognitive, emotive, comportamentali e fisiche. È evidente che difficilmente uno stesso corso possa supplire alle carenze delle diverse persone.
L'esperienza clinica ha mostrato che una persona curata con successo e rimessa "a nuovo" con un intervento di un mese in una clinica specializzata tende a mantenere i risultati per soli sei mesi. Questo significa che limitare l'intervento alla formazione dell'individuo, senza ripensare l'organizzazione del lavoro, è di scarso successo a lungo termine. La formazione che aiuta a gestire in modo efficace le organizzazioni tocca i temi classici della gestione: leadership, negoziazione, delega, comunicazione assertiva ecc. Questi temi, affrontati in connessione con lo stress e le sue patologie, trovano nei partecipanti una maggiore rispondenza e motivazione all'applicazione.
Un ultimo ostacolo per comprendere e gestire lo stress in azienda è di tipo culturale. Organizzazioni di stampo burocratico, con una gestione delle persone di tipo autocratico e impersonale, producono livelli di stress elevati. Le caratteristiche umane che la ricerca ha mostrato essere maggiormente correlate a una buone capacità di gestione dello stress sono l'ottimismo, un forte coinvolgimento positivo, un sano senso di soddisfazione per il proprio lavoro, una buona stima di sé e di autoefficacia grazie ai feedback positivi e all'attenzione al merito. Tali emozioni e atteggiamenti vengono però raramente mostrati dal top management aziendale, sono poco rinforzati dai capi e vengono spesso puniti come inadeguati. Nella nostra cultura mostrare sofferenza, qualche volta un vero e proprio abbrutimento a causa di un eccessivo impegno, incontra un maggiore gradimento e simpatia rispetto a una forte motivazione, comportamenti sani per la propria salute e stima di sé.
Il premio Nobel dell'economia Daniel Kahneman ha dimostrato che la produttività delle persone è legata al loro sentirsi "felici" in azienda e che una buona dose di infelicità provata durante la giornata lavorativa si correla a un numero insufficiente di ore di sonno. Non è pertanto una banalizzazione del problema, come punto di partenza per un intervento anti-stress, smettere di chiedere ai propri collaboratori come segno di coinvolgimento e impegno una permanenza in azienda oltre l'orario. Non si deve incentivare una permanenza estesa (spesso poco produttiva) che non permette una vita privata e un momento di relax per ricaricarsi.