Sui ponti con il revenue bond
Negli ultimi mesi si è parlato di strumenti per agevolare gli investimenti infrastrutturali in Europa. Si è discusso di emissione di project bond da parte dell'Ue e della creazione di un Fondo infrastrutturale europeo che possa partecipare all'equity dei progetti stessi, direttamente o tramite obbligazioni emesse.
I grandi progetti infrastrutturali necessitano di un forte sostegno pubblico in quanto spesso hanno (o dovrebbero avere) un'elevata utilità sociale, ma una redditività finanziaria troppo bassa e differita nel tempo per essere attraente per un investitore privato. Accanto a questi mega progetti esistono poi interventi che presentano una redditività finanziaria e socio-economica molto interessante e sulla quale l'intervento della Banca europea degli investimenti e/o della Commissione europea potrebbe essere complementare rispetto ad altri canali. Esiste, dunque, uno spazio a complemento o sostituzione dei canali di finanziamento pubblico, che consente alla finanza privata di partecipare al mercato delle infrastrutture in maniera innovativa. Tale spazio ricade nell'ambito di progetti transnazionali o nazionali in grado di essere sottoposti a tariffazione sull'utenza o sulla pubblica amministrazione e dunque con una struttura di ricavi tale da rendere possibile l'emissione di revenue bond europei, cioè obbligazioni il cui rimborso è legato alla redditività dell'infrastruttura sottostante. Un modo per attivare questo canale di finanziamento è attraverso la costituzione di veicoli ad hoc di emanazione pubblica (ad esempio authority/agenzie per progetti transnazionali o società di progetto dedicate), a capitale eventualmente misto, purché i privati risultino non essere in conflitto di interesse con i costruttori o gestori dell'opera. La capitalizzazione di tali veicoli potrebbe rimanere bassa, attivando il meccanismo dei revenue bond per colmare, con il debito, il finanziamento totale del progetto. In questo modo s'implementa uno schema di leva finanziaria nel settore infrastrutturale, adottato con successo negli Stati Uniti. Per collocare più facilmente questi titoli obbligazionari, sarebbe opportuna la costituzione di una società assicurativa monoline europea (ovvero un istituto specializzato nella copertura di alcune tipologie di rischio) partecipata dalle varie Casse di deposito, banche di sviluppo locali, export credit agencies e dalle maggiori società assicurative europee. La monoline dovrebbe operare con logiche di mercato, concedendo la propria garanzia sui progetti prescelti indipendentemente dal settore o tipologia di progetto. Le banche commerciali potrebbero quindi da una parte partecipare direttamente al rischio del progetto e indirettamente attivare il risparmio privato su titoli di credito, eventualmente garantiti dalla monoline. In questo modo si uscirebbe dal vincolo del solo credito bancario per attivare il finanziamento dei progetti, e si allargherebbe tale possibilità al mercato dei capitali in senso lato. Il ricorso alla garanzia della monoline anche sulle operazioni di credito, pesando di meno sull'allocazione del capitale bancario, contribuirebbe assieme all'apertura sul mercato dei capitali, alla riduzione degli spread (molto elevati), oggi applicati alle operazioni di finanza di progetto tradizionale. L'assicurazione monoline, la Bei o il Fondo Marguerite (il fondo europeo costituito per il finanziamento delle infrastrutture e partecipato per l'Italia dalla Cassa depositi e prestiti) potrebbero svolgere un ruolo mitigante sulle condizioni finanziarie dei prestiti e offrirebbero garanzie finanziarie su interventi contingenti su progetti che mostrano temporanei deficit nei flussi di cassa, oppure assicurando il rifinanziamento a scadenza del debito, o ancora sia fornendo l'equity necessaria all'avvio dei progetti sia offrendo una via d'uscita all'investitore privato che ha partecipato inizialmente al capitale di rischio del progetto. L'emissione di revenue bond, a fianco di bond emessi dall'Ue, la creazione del Fondo Marguerite e di una società assicurativa monoline, il ricorso al credito bancario sul singolo progetto unitamente al coinvolgimento dei privati nel caso di opere con un'effettiva redditività, potrebbe offrire una gamma completa di strumenti finanziari sia di equity che di debito necessari al rilancio del mercato delle infrastrutture in Europa.