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Scienziati e cittadini per una vita migliore

, di Fabio Todesco
Alex Pentland, professore del Mit e autore di Fisica sociale di Universita' Bocconi editore: seguendo le tracce digitali impariamo a conoscere, prevedere e modificare le reti sociali

Il direttore dei laboratori di Connection science e di Human dynamics del MIT, Alex Pentland, è convinto che grazie ai big data possiamo costruire un mondo migliore. Ritiene che la pervasività dei device elettronici – insieme alla possibilità di crearne di nuovi allo scopo di osservare il comportamento di individui consenzienti – crei una tale mole di tracce digitali da fornire agli scienziati una quantità sufficiente di dati per studiare, prevedere ed eventualmente modificare il comportamento delle persone su una scala infinitamente più piccola che in passato: da una città a un'impresa, fino a un gruppo di amici o conviventi. Ha, inoltre, sistematizzato i suoi risultati in una nuova scienza, la fisica sociale, che fornisce anche il titolo al suo ultimo libro, Fisica sociale. Come si propagano le buone idee, (Ube 2015, 288 pagg., 22 euro, 11,99 e-pub).

Come la fisica deriva le leggi del moto partendo dai flussi di energia, la fisica sociale di Pentland deriva le leggi del comportamento umano partendo dai flussi di idee e di informazione e ritiene di poter «costruire strutture sociali migliori». Avendo a disposizione milioni e milioni di dati, Pentland ha osservato che le reti sociali più efficienti sono caratterizzate da un ricco flusso di idee e da ben funzionanti meccanismi di apprendimento sociale e che, a differenza di quanto postulato dall'economia, gli incentivi che funzionano meglio non sono quelli individuali, bensì quelli sociali: ti premio non quando tu ti comporti in un certo modo, ma quando lo fanno i componenti del tuo network.

Professor Pentland, in che modo la disponibilità di grandi quantità di dati sta sostenendo la costruzione di una nuova scienza?

Le scienze sociali si sono sempre limitate a utilizzare, per lo più, esperimenti di laboratorio e survey. Questi strumenti forniscono solo una visione limitata del comportamento umano e, inoltre, una visione soggettiva e diversa dalla realtà. Quando le persone condividono con i ricercatori i dati che provengono dai loro cellulari, le carte di credito e simili, gli scienziati possono osservare quali sono gli schemi di comportamento in ambienti naturali.

Lei ha applicato i principi della fisica sociale in molte occasioni. Se dovesse scegliere una singola esperienza per spiegare il potenziale della nuova scienza, quale sceglierebbe?

Abbiamo capito che le persone prendono decisioni migliori in particolare quando si sforzano di apprendere dagli altri, ma solo fino a un certo punto. Con i social media gli input sociali sono talmente tanti che il processo decisionale delle persone ne risulta schiacciato. Di conseguenza le persone finiscono per rimanere intrappolate in mode e ondate di panico.

La semplice possibilità di raccogliere milioni di osservazioni sui gruppi sociali rischia di essere un sogno per i ricercatori, ma un incubo per i cittadini. come si possono evitare gli abusi?

I ricercatori devono ricevere l'approvazione alla raccolta dei dati da una commissione pubblica, devono dimostrare che il valore per i cittadini è maggiore di ogni rischio e devono ricevere l'approvazione degli individui. In più, i cittadini possono reimpossessarsi dei loro dati in ogni momento. Questo genere di standard, che informa i cittadini sui dati che li riguardano e consegna all'individuo il controllo dei dati è lo standard legale che dovremmo osservare per ogni dato.

Il lettore italiano può rimanere colpito dalla sua definizione di Trento come open data city. Che cos'è il Trento Living Lab? Perché è importante?

È un esempio di come cittadini e ricercatori possano esplorare nuove modalità di vita per trovare il modo di essere tutti felici e sicuri in un mondo attraversato da una tale mole di dati.