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Saranno green decine di milioni di posti di lavoro

, di Stefano Pogutz - SDA professor of practice
Dove l'ambiente si fa più strategico si fa strada la figura di alto profilo del cso, chief sustainability officer

Il percorso verso uno sviluppo sostenibile costituisce una delle sfide più complesse e ambiziose che l'umanità abbia mai affrontato. Si tratta di una trasformazione profonda, culturale e istituzionale, che si deve accompagnare alla rapida diffusione di un nuovo paradigma tecno-economico fondato su soluzioni più efficienti dal punto di vista ambientale e su nuovi modelli di business in armonia con le istanze del pianeta. I policy maker sembrano avere accettato la sfida, e nonostante la crisi globale dell'economia, lo scorso anno sono state stanziate ingenti risorse per attivare investimenti e occupazione in questi comparti produttivi. Hsbc ha valutato in 430 miliardi di dollari lo stimolo fiscale per supportare lo sviluppo di mercati e tecnologie green (dato riferito al 2009). Di questi, circa 221 miliardi sono stati stanziati dalla Cina, oltre 94 dagli Usa e oltre 54 dall'Europa. I beneficiari di questa manovra sono settori quali le infrastrutture elettriche, l'acqua, la mobilità, l'efficienza energetica e le rinnovabili. Anche le imprese sembrano molto interessato alla green economy. Il World business council for sustainable development in un recente rapporto (2010) prevede nei prossimi decenni opportunità di business nell'ordine di 6.000 miliardi di dollari l'anno, pari al 3% del pil atteso a livello mondiale (a prezzi costanti 2008).

Una delle principali implicazioni, finora marginalmente affrontata, è legata agli effetti della ricerca di un modello di sviluppo sostenibile sul mercato del lavoro. La green economy, infatti, richiede la codifica di nuove conoscenze e competenze, sia per la ristrutturazione di settori industriali obsoleti, sia per immaginare e diffondere tecnologie, processi produttivi e prodotti innovativi. Non è facile capire cosa siano i green jobs in quanto la sostenibilità ha carattere pervasivo e confini sfumati. Una definizione che cattura la multidimensionalità del concetto viene dall'International labour organization (Ilo): "Il lavoro nell'agricoltura, industria, servizi e amministrazione che contribuisce a preservare o ricostituire la qualità dell'ambiente". Non si tratta, dunque, solo delle energie rinnovabili e delle filiere industriali che le compongono. Molteplici opportunità occupazionali emergono nell'efficienza energetica, nell'agricoltura biologica, nella mobilità a ridotto impatto ambientale, nella chimica verde, nel sistema rifiuti. Questi mercati offrono ampie possibilità sia per la nascita di nuove imprese, sia per lo sviluppo di servizi di consulenza specializzati. Secondo i dati Unep e Ilo, con la green economy si creerebbero decine di milioni di posti di lavoro, con profili tecnici e manageriali. Nella sola attività di contenimento delle emissioni di CO2 emergono: il carbon manager, la persona che segue lo sviluppo e la gestione di progetti di riduzione della CO2; il carbon trader, che negozia le tonnellate di CO2 sui mercati finanziari; i tecnici che misurano e valutano le emissioni; gli auditor e i certificatori esperti di gas serra. Altre professioni hanno per oggetto, ad esempio, l'attività di sustainability accounting and reporting; la comunicazione sociale e il green-marketing; la gestione responsabile delle supply chain. In altre parole, nel mondo delle imprese e della consulenza si sta diffondendo una nuova professione, quella del sustainability manager, che integra la capacità di leggere e interpretare i fenomeni scientifici e dinamiche sociali, con competenze tecniche, economico-manageriali e finanziarie. Queste attività, nelle aziende di dimensioni medio-grandi, corrispondono sempre più spesso a un'unità organizzativa ad hoc, che può arruolare anche decine di manager a tempo pieno. La strategicità di questi programmi ha fatto emergere una figura manageriale di alto livello, identificata col nome di chief sustainability officerà. Nel prossimo futuro numerose aziende integreranno un cross nel proprio organico con il doppio compito di coordinare internamente le strategie e i piani di sostenibilità e di gestire le relazioni con i molteplici statolder esterni.