
In ricordo di Marzio Achille Romani
Marzio Achille Romani è mancato oggi dopo un tragico incidente stradale, che ha lasciato tutti increduli. In tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e frequentarlo resta come un tratto di puro affetto, come il segno di una sua esitante e rispettosa dolcezza che si faceva largo nel cuore.
Storico economico umanista, Marzio è cresciuto alla scuola ispirante ed eterogenea di Aldo De Maddalena, di cui è stato discepolo dopo Luigi Basini: prima a Parma, poi Brescia e la Bocconi, approdo definitivo della sua pratica accademica. La sua storia economica è larga, culturale, attenta al sociale, alle difficoltà e alle sofferenze dei più deboli. Nella sua lettura dei fenomeni economici la complessità dei legami tra scambi, produzioni, commerci e tempi, luoghi, sistemi sociali, trova sempre il modo di emergere, distinguendosi dalla cogenza teorica dell’economia politica e aziendale con cui si confronta.
Uomo curioso, aperto, amico di umanisti come Alberto Tenenti e Manfredo Tafuri con cui ha condiviso l’avventura di Europa delle Corti, di economisti rigorosi come Mario Monti e pensatori eterodossi, fratello di ricerca di Marco Cattini, Marco Bianchini, Giuseppe Papagno e tanti altri, partecipe della scuola delle Annales.
Innamorato della sua Bocconi, ha sostenuto l’avventura del Des, è stato il motore della redazione della storia dell’Università, e per molto anche consigliere dell’ente che ne regge le sorti la Fondazione Javotte Bocconi.
Marzio è un uomo gentile, studioso, a tratti timido, fattivo, fedele. Per tutta la sua carriera viaggia quotidianamente da Mantova a Milano per mantenere la propria presenza in famiglia con sua moglie e con sua figlia. Si batte per una storia aperta all’interdisciplinarietà, porta in istituto la business history e con Massimo Amato anche Foucault.
Marzio, apri le porte, intoni una stagione di ricerche originali e generose, ispiri diverse generazioni di studenti, sei un fratello maggiore, un uomo per bene.
Parliamo di te al presente, perché è così che gli amici fanno, con un grande grazie tra le mani.