Contatti

Quelle metropoli tutte sull'orlo di una crisi di riqualificazione

, di Remo Dalla Longa - SDA professor di Public management and policy
Come stanno cambiando i centri, che sul ridisegno e il rinnovamento delle funzioni si giocano il futuro della competitività

Dati recenti mostrano come a livello globale si assista ancora al doppio fenomeno di forte urbanizzazione nei paesi in via di sviluppo e nelle economie emergenti e una regionalizzazione dell'urbanizzazione per le aree metropolitane dei paesi occidentali (cfr. R. Dalla Longa, 1/Globalization and Urban Implosion: Creating New Competitive Advantage e 2/Urban Models and Public-Private Partnership, Springer, 2010 e 2011). Le aree centrali delle metropoli dell'occidente facevano ancora assistere, sino a poco tempo fa, a una implosione che altro non era se non il collassamento delle vecchie funzioni pre-globalizzazione (le più note si riferiscono alle aree industriali dismesse), per molto tempo rimaste inutilizzate e che nell'ultimo decennio, prima in Inghilterra e Francia e poi in Italia, avevano iniziato a essere riutilizzate. In realtà non si trattava solo della heavy industry, ma anche di una quantità di funzioni pubbliche e private collegate alla pre-globalizzazione. Scali ferroviari, porti, logistica, servizi e strutture pubbliche, insediamenti abitativi collegati a tali strutture, indotti. Il collassamento, o implosione, aveva liberato una quantità rilevante di asset immobiliari pubblici e privati.

Le maggiori città proprio nel ridisegno vecchio-nuovo giocavano il loro vantaggio competitivo su scala globale. Un network di competizione tra città globali, in cui gli stati nazione, proprio con la globalizzazione, avevano perso progressivamente il loro peso. Studi recenti hanno evidenziato come la crescita economica all'interno del territorio della nazione era in gran parte dovuta alla capacità delle città globali di ritagliarsi un vantaggio competitivo su scala planetaria. Diveniva quindi strategico saper montare all'interno delle città dei rimpiazzi tra la funzione obsoleta e le nuove funzioni. All'interno del rimpiazzo si sommavano logiche non sempre in equilibrio. Speculazione, rendite legate al consumo con il rischio di un passaggio da un assetto produttivo a uno di puro consumo (alloggi, centri commerciali, attività ludiche), ma vi sono state anche scelte strategiche apprezzabili. L'utilizzo dei docks a Londra, la Défense a Parigi, l'espansione della formazione, ricerca, tecnologia in Bicocca, Bovisa e nelle aree a sud di Milano per le Università milanesi. Il caso di Spina 3 a Torino e l'integrazione delle Olimpiadi 2006 all'interno di quell'area sono un altro esempio.Oggi molti progetti di rimpiazzo di funzioni sono fermi, l'Expo 2015 è il caso più eclatante. La gestione del rimpiazzo dalle vecchie funzioni alle nuove richiede un'alta capacità di management e di montaggio, molto superiore alla gestazione, creazione e sviluppo di un'impresa medio-grande. Vi sono grandi problemi interdisciplinari, di raccordo e inclusione degli stakeholders e stockholders, vi è un problema di finanza e di tempi realizzativi e di commercializzazione. La crisi finanziaria e del credito ha acuito il fenomeno. Difficoltà queste da ricondurre all'interno del montaggio del progetto. Elemento che in molte realtà italiane si è coniugato con la retorica: progetti di volta in volta modificati ma rimasti sostanzialmente sulla carta, come l'area di Bagnoli a Napoli. Bisogna ritornare a considerare i fondamentali in modo rigoroso, in primo luogo proprio sugli strumenti, sui Psc (Public sector comparator) e sui Pef (Piani economici e finanziari) spesso usati per assecondare delle scelte fatte da alcuni soggetti (advisor, imprese e banche) a scapito di altri (pubblica amministrazione) per assecondare alcune scelte e tramutare i Project financing in Public-Private Partnership in cui la parte soccombente era il bene pubblico. La crisi finanziaria, l'innalzamento degli spread, la difficoltà di ricorrere al credito bancario richiedono un innalzamento di management di processo che riconsideri le scelte strategiche con la capacità di montaggio dell'intervento, ne va dello sviluppo e del vantaggio competitivo. Formazione, interdisciplinarita e strumenti asseverati da un management rigoroso possono essere le ricette condivisibili.