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Prendo a calci la mafia

, di Davide Ripamonti
Da grande Andrea farà il magistrato, ma la sua lotta contro il Padrino & c. è iniziata con don Ciotti. Intanto studia legge e scende sui campi della C1 con il Bocconi sport team

Determinazione, impegno, competitività. Sono queste le caratteristiche che si colgono, immediate, parlando con Andrea Linzitto, 22 anni, iscritto in Bocconi al biennio specialistico in giurisprudenza. Determinazione, perché insegue tenacemente il sogno che ha fin da bambino di diventare magistrato; impegno, in prima persona, in un'associazione che si batte contro la mafia; competitività, perché Andrea è una delle colonne della squadra di calcio a 5 dell'università. E proprio dalla sua battaglia civile Andrea incomincia a raccontare se stesso, lui che, siciliano di Ragusa, il problema mafia lo sente in maniera particolare: "Faccio parte dell'Associazione Libera, fondata da don Ciotti, che ne è anche il presidente, nel 1995 con l'intento di coinvolgere la società civile nella lotta a tutte le mafie", spiega. Con mezzi e modalità diversi da quelli delle forze di polizia, un'azione "culturale" che colpisca in profondità e tocchi le coscienze: "Vogliamo creare una comunità alternativa a quella mafiosa attraverso l'educazione alla legalità nelle scuole, nello sport e nelle zone ad alta densità di presenza mafiosa ", spiega Andrea, "è un problema che personalmente mi sta molto a cuore. Libera, che è radicata in tutto il paese attraverso sedi regionali e coordinamenti provinciali, organizza manifestazioni a livello nazionale, seminari e conferenze durante i quali è possibile venire in contatto con avvocati e magistrati che combattono sul campo, esperienza che mi è utile anche per i miei studi di giurisprudenza". Studi che riflettono il desiderio di Andrea di "cambiare le cose", perché per lui la carriera in magistratura non è una tradizione di famiglia, come spesso avviene nelle professioni legali, ma una vera "vocazione". Dopo aver infatti conseguito la laurea triennale in scienze giuridiche con una tesi dal titolo importante, "L'immunità penale per le cinque più alte cariche dello stato", ed essere ormai a buon punto nel biennio specialistico, Andrea continuerà il suo percorso in Bocconi dove, dice, "mi iscriverò alla Scuola di specializzazione per le professioni legali in collaborazione tra la Bocconi e l'Università degli studi di Pavia".

La scelta della Bocconi è avvenuta "per la notorietà di questa università ma anche e soprattutto per il suo metodo didattico basato su seminari, lavori di gruppo, esperienze concrete e testimonianze accanto alle lezioni in aula e ai molti servizi che vengono offerti. Devo dire che le mie aspettative sono state pienamente corrisposte".

Ma nella vita di Andrea Linzitto c'è spazio anche per lo sport e ha quindi sfruttato con entusiasmo una delle opportunità che da qualche anno la Bocconi offre ai propri studenti, quella, cioè, di praticare l'attività sportiva a livello agonistico nella propria Polisportiva. Un tentativo tra mille difficoltà ma anche soddisfazioni di importare in Italia un modello che in altri paesi, Stati Uniti su tutti, ha grande successo: "Faccio parte della squadra di calcio a 5 della polisportiva Bocconi", dice Andrea, "e in due anni abbiamo conquistato due promozioni consecutive passando dalla serie D alla C1, che disputeremo in questa stagione".

In serie C1 Andrea giocava già in Sicilia prima di intraprendere l'avventura universitaria, sa quindi che cosa l'aspetta: "E' un campionato di alto livello, aumenteranno le difficoltà a coniugare studio e allenamenti, che dovranno per forza essere intensificati. Per quest'anno l'obiettivo realistico sarà la salvezza".

Un impegno da prendere seriamente ma anche un'opportunità da offrire a quanti, nel scegliere l'università alla quale iscriversi, potranno valutare, dopo l'eccellenza dell'offerta didattica, anche un programma sportivo ben organizzato e ambizioso: "Non si perdono quelli che per uno sportivo sono gli anni migliori e ci inserisce al meglio nell'ambiente dell'università. Noi del calcio a 5, per esempio, non ci conoscevamo e ora siamo un gruppo forte e coeso, credo che questo sia uno degli insegnamenti più importanti dello sport... penso proprio che se la carriera di magistrato nonmi porterà troppo lontano da Milano rimarrò nella squadra anche una volta terminati gli studi".