Pari opportunita'. Devono entrare nel dna
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Paola Profeta |
Nel complesso percorso delle pari opportunità, alcune tappe vanno affrontate con urgenza. La prima riguarda l'accesso al mercato del lavoro: il tasso di occupazione femminile italiano è il 46%, penultimo in Europa. Un aiuto può arrivare dai congedi di paternità, che vanno aumentati. Perché se è vero che la recente normativa rappresenta un passo avanti, tuttavia la concessione di un solo giorno di congedo di paternità (o tre, se però agli altri due rinuncia la madre) è davvero troppo poco. E poi una fiscalità che dia maggiori sostegni a quelle famiglie con due percettori di reddito che abbiano figli a carico e sostengano spese per la loro cura (per esempio baby sitter), di modo da favorire il lavoro della donna. Altro versante cruciale, è quello dello sviluppo delle carriere femminili. La legge 120/2011 sulle quote nei cda delle quotate e controllate pubbliche è stato un risultato, adesso però va sfruttata l'opportunità per innescare una reazione a catena positiva. Infine, la sfida forse più grande, quella culturale: finché una vera cultura della parità di genere non entrerà nel dna di istituzioni e persone, i passi avanti non saranno mai abbastanza.