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Marco suona per Verdi

, di Davide Ripamonti
Marco Bisi, studente di Giurisprudenza in Bocconi e violinista prossimo al diploma, sarà tra i protagonisti il 15 aprile di un concerto in onore del grande compositore

Studia per diventare giurista d'impresa, intanto, però, il 15 aprile alle 20,30, al Teatro Verdi di Milano, sarà protagonista, nell'ambito di "Verdi Suite 2013 – Concerti e pensieri fra tradizione e innovazione", di "50 Violini per Verdi – Duetti per due violini", in occasione del bicentenario Verdiano e del centenario del Teatro Verdi. Marco Bisi, trevigiano, iscritto al secondo anno di Giurisprudenza alla Bocconi "e perfettamente in pari con gli studi", precisa, "nonostante le difficoltà di portare avanti università e conservatorio", è un promettente violinista classico giunto all'ultimo anno del suo percorso di studi, corsi di perfezionamento esclusi, che lo porterà all'agognato titolo di "Maestro".

"Ho iniziato a 10 anni, perché i miei genitori hanno intuito che avevo una certa predisposizione", spiega Marco. Che non ha subito scelto il violino, perché la sua passione di bambino erano le percussioni. "All'Associazione Musicale Francesco Manzato di Treviso mi hanno fatto un test, dal quale è risultato che il violino era lo strumento adatto per me. E ho cominciato". Gli studi sono duri, ogni anno equivale a un "corso" e si deve arrivare al decimo per conseguire il diploma. Al termine del quinto anno il primo esame importante. "Si chiama 'Compimento inferiore', al quale si accede dopo avere anche studiato teoria e solfeggio, aver imparato a leggere una partitura e frequentato tre anni di pianoforte".

Il secondo step significativo si affronta all'ottavo anno, con il Compimento medio. Intanto il percorso musicale di Marco Bisi si arricchisce di nuove esperienze, che spaziano dall'Accademia Musicale La Certosa, a Giaveno del Montello, al Conservatorio di Castelfranco Veneto, dove frequenta il nono anno di corso "in un ambiente molto stimolante".
Un percorso di costante crescita che approda a Milano, in contemporanea alla scelta universitaria. "Per il mio decimo e ultimo anno sono iscritto al Conservatorio Giuseppe Verdi, dove a settembre mi diplomerò". Una carriera in campo musicale rappresenta un'incognita, e Marco non si fa illusioni: "In Italia c'è scarso spazio per la musica cosiddetta colta, ci sono poche orchestre e lunghe file d'attesa per entrare a farvi parte. Ci sono poche certezze".

Un'attività concertistica Marco Bisi la sta già portando avanti, pur con molte difficoltà, con il pianista Simone Visentin, studente universitario a Padova e diplomato al Conservatorio: "Abbiamo già suonato in pubblico in varie occasioni e stiamo preparando un concerto per fine anno", dice Marco, "ma la distanza e i diversi impegni sono un ostacolo". Lo studio della musica, anche una volta terminato il Conservatorio, non finisce mai, è impossibile vivere di rendita, così come fare troppo affidamento solo sul talento, come vorrebbe una certa agiografia di grandi musicisti del passato: "I geni certamente esistono e sono esistiti", continua Marco, "ma in realtà per suonare e comporre musica occorrono tecnica e studio. Il violino, in particolare, è uno strumento 'poco naturale', non è come il pianoforte che se solo batti un tasto esce un suono. Dietro ogni brano c'è una vera scienza e si deve sapere esattamente cosa si sta suonando e perché lo si sta suonando in quel modo. E' un po' come quando si studia il codice civile: non esiste improvvisazione, ma solo pagine che si scorrono una dopo l'altra".