Marco Polo, di nome e di fatto
E' il top player del sistema aeroportuale del Nordest. Alumno Bocconi, Enrico Marchi è presidente e ad di Save, il gruppo che gestisce gli aeroporti Marco Polo di Venezia, che il piano nazionale aeroporti ha inserito tra i tre gate intercontinentali insieme a Fiumicino e Malpensa, e Canova di Treviso. Dal 2014 la società detiene anche il 40% degli scali di Verona e Brescia, oltre a una quota del 27% dell'aeroporto belga di Charleroi. «Quindici anni fa abbiamo capito che gli aeroporti regionali sarebbero stati collegati con voli intercontinentali», spiega Marchi. «Il numero di passeggeri cresceva e aeromobili come il 767 e il 777 avrebbero reso più economici i collegamenti aprendo un mercato per scali diversi dai grandi hub come Parigi o Francoforte. Inoltre, mentre altri opponevano resistenza, siamo stati i primi a introdurre il low cost in Italia. Ora a Verona tornerà Ryanair e Brescia ha ottime prospettive di sviluppo nel segmento dei corrieri espressi, in crescita grazie all'e-commerce».
Ha senso parlare di specializzazione degli scali?
Non esiste un modello valido per tutti. Si tratta di fare un'analisi del bacino di traffico e andare a cercare le compagnie che rispondono alla domanda di trasporto aereo.
Gli aeroporti di media grandezza possono creare una rete che collega città di dimensioni medio-piccole?
Per dare la risposta migliore alla domanda di un bacino, il mercato va segmentato evitando la cannibalizzazione fra low cost e network carrier. I primi aprono rotte che possono diventare interessanti per i secondi.
In quale misura gli aeroporti medi dipendono dalle scelte strategiche e dall'andamento dei vettori che ospitano?
Per certi versi, abbiamo assistito a un fenomeno opposto a quello che tradizionalmente si insegna nelle università. Teoricamente, l'aeroporto è un monopolio naturale e la compagnia opera in regime di concorrenza. Ma con la presenza in certi scali di vettori che coprono oltre l'80% del traffico, il monopolista è la compagnia e l'aeroporto si trova in una situazione di debolezza.
È un mercato dinamico?
Lo è, ogni anno il 20% delle rotte cambia. Noi non puntiamo ad avere il massimo numero di passeggeri drogando il mercato con tariffe stracciate. La nostra strategia mira a una crescita duratura, costante, sostenibile nel tempo.
Qual è la rilevanza economica degli scali aeroportuali?
Un aeroporto è quasi una precondizione per lo sviluppo di un territorio, permette mobilità di cose e persone, alimenta turismo e business. La Airports Council International Europe, associazione europea degli aeroporti, stima che per ogni milione di passeggeri si creano mille posti di lavoro diretti e altrettanti indiretti.
La customer experience è importante per gli scali medi?
È fondamentale, noi vi stiamo dedicando parecchie risorse. Da un anno a questa parte abbiamo avviato un programma di customer experience in partnership con McKinsey e Walt Disney. Il successo di un aeroporto dipende da una gran quantità di piccoli particolari.