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L'Ungheria vara la nuova costituzione

, di Angelo J. Soragni - PhD Candidate in diritto internazionale dell'economia alla Bocconi
Testo approvato a larga maggioranza, nonostante le critiche anche da Ue e Fmi

Il primo di gennaio, in Ungheria, l'ultimo paese in termini temporali ad avere intrapreso un processo di redazione di una carta costituzionale moderna nei paesi dell'est assoggettati per lungo tempo allo strapotere sovietico, è entrato in vigore il testo della nuova costituzione.

La stessa è stata bollata, da più parti, come una costituzione molto conservatrice, per non dire autoritaria, capace di imbavagliare, sotto alcuni punti di vista, le libertà di solito previste nelle carte costituzionali moderne soprattutto in quelle redatte successivamente al secondo conflitto mondiale.La stragrande maggioranza dei media occidentali, infatti, si è mostrata scettica per le sorti della democrazia in Ungheria. Anche l'Ue e il Fondo monetario internazionale, hanno mosso dure critiche all'operato del governo di centro-destra guidato dal primo ministro Viktor Orban.Tra le file degli indignati anche le associazioni pro-aborto e quelle laiche, dato che il testo in oggetto contiene chiari riferimenti ai diritti del feto sin dal suo concepimento e riconosce che il matrimonio deve necessariamente intervenire sempre tra un uomo e una donna. Bisogna qui precisare, però, che il richiamo ai valori della vita appare erigersi a un livello solo programmatico ed etico, con una impostazione pro life già seguita da un altro paese europeo come la cattolicissima Irlanda.La parte sul matrimonio, invece, non pare essere tanto diversa dal regime vigente nella maggioranza degli stati europei. La minoranza parlamentare non ha partecipato alla redazione della nuova Legge fondamentale e ne condanna i passi appena delineati come pure il forte richiamo ai valori cristiani e a Dio, nonchè ai valori della famiglia. In realtà, gli stessi sono stati considerati valori fondanti anche da molti stati membri della stessa Unione europea; basta ricordare che, nel dibattito costituente comunitario dei primi anni del nuovo millennio, in molti hanno menzionato le radici giudaico-cristiane, salvo poi riferirsi solo alle eredità culturali, religiose e umanistiche.Pur non sottovalutando le critiche emerse, a volte giustificate (per esempio quelle relative alla disposizione che toglie indipendenza alla Banca centrale nazionale), va precisato che la costituzione in oggetto, è entrata in vigore, con un esplicito voto parlamentare a larghissima maggioranza (quella dei due terzi), frutto dell'esito delle elezioni politiche del 2010. Con tale voto, è stata abrogata la precedente costituzione di stampo comunista, nel pieno rispetto delle procedure di revisione costituzionale previste nel paese. Certo, non tutti i problemi sono stati eliminati e di norme da smussare ce ne saranno molte (oltre alla normativa costituzionale sulla Banca centrale, appaiono limitati i diritti collegati alla libertà di stampa per via di una legge promulgata nel dicembre del 2010) ma, in buona sostanza, molte critiche promosse al testo costituzionale devono essere rigettate, perchè l'operato dell'attuale governo ha seguito l'iter e le regole previste, senza prevaricarle.