Le ambizioni del giovane Giulio
Il canottaggio è uno di quegli sport di cui ci si ricorda nei grandi appuntamenti, come Olimpiadi e Mondiali, per la messe di medaglie che portano. E anche se i tempi eroici dei fratelli Abbagnale sono lontani, continua a essere una disciplina su cui fare grande affidamento. Ma il canottaggio è anche uno sport completo per il fisico e bello da praticare, perché si svolge nella natura.
Lo conferma Giulio Pescatore, studente della Bocconi iscritto al secondo anno del Corso di laurea in economia e finanza, campione nazionale universitario lo scorso maggio a Messina nel 2 senza e nell'8, impegnato a rilanciare la propria carriera anche a livello assoluto. "Al canottaggio sono arrivato per tradizione familiare", dice Giulio, 20 anni, di Milano, "visto che anche mio padre l'ha praticato da giovane e lo pratica tuttora a livello Master. Da piccolo, tra i 13 e i 16 anni, ero una vera promessa, conteso dalle migliori società. Ho gareggiato per Napoli, Moltrasio, Mandello, Varese, vincendo anche due titoli nazionali nel fondo, sui 6 km".
Giulio, dopo un anno di pausa trascorso all'estero per motivi di studio, è tesserato per la Canottieri Milano e guarda ai prossimi Mondiali universitari, per i quali aspetta le selezioni: "L'aver vinto i Nazionali universitari è un ottimo biglietto da visita", dice, "perché si tratta di una competizione di livello molto alto, alla quale hanno preso parte i migliori atleti nazionali". Il canottaggio, fatto bene, è uno sport impegnativo, che richiede una grande preparazione fisica e un allenamento costante, non solo in barca: "Mi alleno circa 3 ore al giorno tra barca, palestra, ginnastica e corsa", continua Giulio che gareggia nella categoria pesi leggeri. "La spinta di braccia e soprattutto gambe è pazzesca, così come è notevole l'importanza di cuore e polmoni. In pochissimi sport si esegue una preparazione atletica così intensa". Praticare il canottaggio, però, non è solo gare, ma anche la possibilità di stare nella natura, isolandosi dal mondo. "Sono sensazioni bellissime", spiega Giulio, "in completa armonia con la natura. Ci alleniamo spesso all'Idroscalo di Milano, dove io e mio padre abbiamo una barca. E' un posto magnifico, sia per le gare che gli allenamenti".
Adesso Giulio, preso tra studio e sport, mira a rientrare nel giro che conta, quello della Nazionale, ma sa che non sarà facile: "Ho sicuramente le potenzialità ma molti dei miei avversari hanno più tempo a disposizione, o perché non studiano e quindi si dedicano al canottaggio a tempo pieno o perché frequentano università meno impegnative". Il canottaggio, anche a livelli alti, non è sport che arricchisce e questo, per Giulio, è positivo e negativo allo stesso tempo: "Guadagnarsi da vivere facendo la cosa che piace è il sogno di tutti, ma salvo casi estremi, come chi vince un'Olimpiade e quindi attira anche gli sponsor, non ci si arricchisce con il canottaggio. Questo fa sì che resti uno sport pulito, senza doping e altre distorsioni. Ma bisogna anche pensare ad altro per il proprio futuro". Un futuro extra sport che è ancora lontano per Giulio, ma al quale sta già pensando: "A settembre farò uno stage alla Kpmg, vediamo se contribuirà a schiarirmi le idee". Per ora però il canottaggio è ancora centrale nei pensieri di Giulio: in fondo, a Rio 2016, avrà solo 24 anni.