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La finanza pubblica e l'armonia ritrovata

, di Maria Francesca Sicilia e Ileana Steccolini - rispettivamente professore e direttore dell'Area public management and policy della SDA Bocconi
A questo principio si ispirano le recenti riforme, allo scopo di assicurare il consolidamento dei bilanci

Se le riforme contabili degli anni Novanta enfatizzavano la componente aziendale delle amministrazioni pubbliche, al fine di un generale recupero di efficienza, i più recenti interventi di riforma hanno riportato l'attenzione sulla capacità delle pubbliche amministrazioni di garantire il coordinamento, l'integrazione delle politiche adottate e l'equilibrio complessivo dei conti pubblici.

Ileana Steccolini

Perché, a fare da cornice, il semestre europeo impone ai paesi membri di coordinare le scelte in tema di obiettivi di politiche e finanza pubblica. Il Fiscal compact, firmato nel 2012, prevede il pareggio di bilancio e in Italia ha comportato la modifica degli artt. 81 e 119 della Costituzione. In particolare il nuovo art. 81 richiede il rispetto dell'equilibrio fra le entrate e le spese del bilancio pubblico, evitando dunque il ricorso al debito, consentito solo alla luce dell'andamento del ciclo economico. L'art 119, invece, ribadisce l'impegno delle autonomie locali al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica. Impegno che risulta tanto più rilevante nella prospettiva dell'attuale processo di riforma in senso federale (federalismo fiscale). Tale processo, infatti, dovrebbe comportare una crescente autonomia finanziaria di regioni ed enti locali a fronte di maggiori competenze legislative e amministrative. Al tempo stesso, esso si è tradotto anche in riforme che hanno previsto forme di centralizzazione di alcuni processi decisionali e controlli, al fine di assicurare coordinamento e perequazione fra livelli di governo e territori. Anche in campo contabile, le modifiche apportate ai bilanci dello stato e degli altri enti territoriali sono state guidate da una forte volontà di armonizzazione dei sistemi contabili pubblici, nella prospettiva di giungere a schemi di bilancio e regole e principi contabili comuni a tutto il sistema pubblico, anche al fine di assicurare il consolidamento dei conti pubblici e la redazione di bilanci consolidati dei gruppi pubblici. A fronte di tali evoluzioni, le amministrazioni pubbliche potranno adottare approcci differenti.

Maria Francesca Sicilia

Alcune si lamenteranno dei vincoli stringenti di finanza pubblica loro imposti e della scarsa autonomia accordata. Altre cercheranno di cogliere le opportunità offerte dalle riforme in corso, ricollegabili a quattro linee di intervento. Una prima linea potrebbe riguardare il rafforzamento della programmazione finanziaria, a fronte delle nuove regole contabili che, nelle intenzioni del legislatore, dovrebbero ridurre gli spazi per le politiche di bilancio, rendendo più attendibili i dati sulle risorse disponibili. Una seconda linea potrebbe concernere il potenziamento del legame fra la programmazione finanziaria e la formulazione di strategie e obiettivi non finanziari, mediante un'enfasi posta sulla scelta delle priorità nei programmi e nella spesa, lo sviluppo di adeguati sistemi di misurazione della quantità e qualità dei servizi erogati e il loro impiego a fini decisionali. Una terza via potrebbe essere costituita dall'effettivo impiego della contabilità economico-patrimoniale e di quella analitica, strumenti essenziali per fornire le informazioni a supporto della valorizzazione del patrimonio e della responsabilizzazione dei politici e dei dirigenti sul buon impiego delle risorse. La quarta linea di intervento potrebbe riferirsi all'impiego del bilancio consolidato come strumento efficace non solo per fornire informazioni aggregate a livello di settore pubblico, ma anche e soprattutto come condizione importante per il governo consapevole del gruppo pubblico.