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La criminalità avvelena anche te. Falla smettere

, di Michele Polo e Alberto Alessandri - rispettivamente, direttore del Dipartimento di economia della Bocconi e ordinario di diritto penale commerciale alla Bocconi
Le mafie operano per cerchi concentrici, dalle attività più apertamente fuori legge al finanziamento delle imprese

Le prospettive dell'apertura dell'economia e della società non possono non confrontarsi con il tema cruciale della legalità, del rispetto delle regole e delle garanzie che i cittadini ricevono. Questo tema generale trova nel contesto della società italiana una declinazione drammatica, legata alla presenza massiccia, in vaste aree del territorio, delle organizzazioni criminali e di un controllo forte esercitato da esse su molte attività economiche.

Vi è oramai piena coscienza che le attività illegali non possono essere considerate come un fenomeno locale, né dal punto di vista settoriale né da quello territoriale. A partire dai traffici illegali, che coinvolgono il contrabbando, il traffico di stupefacenti, di armi e di esseri umani e la prostituzione, le organizzazioni criminali realizzano ingentissimi profitti che non possono essere interamente reinvestiti in queste attività. Troviamo quindi i cerchi concentrici di una presenza economica che si allontana sempre più dalla matrice criminale penetrando nelle attività legali, portando all'intossicazione di ampie aree dell'economia e della società.

Nel primo cerchio troviamo quelle attività che vengono gestite, in concorrenza con lo stato, per la fornitura di veri e propri servizi pubblici. L'estorsione e il pizzo, proposti alle vittime come garanzia contro danneggiamenti e attentati, si giustificano formalmente come un'attività di polizia privata, costruita sulla ambiguità di chi può, a seconda dei casi, essere protettore o attentatore. Nella propria sfida alla capacità di tutela offerta dallo stato, inoltre, questa attività afferma una primazia delle organizzazioni criminali nel controllo del territorio.

Muovendoci verso l'esterno, il secondo cerchio è costituito da attività svolte, in concorrenza con analoghe attività legali, ignorando le diverse regolamentazioni che sono imposte dalla legge. Possiamo parlare di smaltimento illegale dei rifiuti, un'alternativa spesso molto conveniente per le imprese industriali che tali rifiuti producono. O dell'usura, che si sostituisce all'attività creditizia e rappresenta spesso il primo gradino per l'acquisizione di attività economiche delle vittime. O del gioco d'azzardo illegale, che compete con le lotterie gestite dallo stato. O della contraffazione, che raggiunge in molti casi livelli di qualità significativi creando, con la connivenza dei grandi marchi, una fascia intermedia di mercato che favorisce anche i brand più affermati.

All'esterno di tutto questo vi sono poi le attività puramente legali, dalla distribuzione commerciale alla ristorazione, dalle attività turistiche alle costruzioni. Anche in questo caso, tuttavia, la grande disponibilità di capitali liquidi consente alle imprese di matrice mafiosa di distorcere a proprio favore il mercato spiazzando gli altri operatori. E potendo sempre contare sull'aiuto di mezzi di persuasione assai convincenti. Le grandi opere pubbliche, che vedono i grandi nomi dell'industria nazionale tra i vincitori degli appalti, trovano poi, nel rivolo di subappalti, la materia grassa su cui le organizzazioni criminali prosperano. Da ultimo, l'investimento in attività finanziarie o immobiliari.

Questi cerchi concentrici si allargano dai territori di origine nelle regioni meridionali alle altre aree del paese e all'estero. La capacità di investimento che questa macchina produce pone una domanda inquietante: quanto avanzata è oramai la contaminazione dell'economia legale da parte di queste organizzazioni. Quanto è in grado l'economia di metabolizzare i capitali di origine opaca e quanto invece non ne venga progressivamente pervasa?

Di fronte a questa piramide di attività le regole della convivenza civile e del mercato escono distrutte. Le possibilità di crescita delle imprese sono continuamente limitate dagli oneri impropri del pizzo e dalla concorrenza sleale delle imprese colluse. Il merito perde sistematicamente nel confronto con l'appartenenza alla famiglia giusta, costringendo i talenti migliori delle regioni meridionali a cercare altrove una possibilità.