Infallibile o affidabile?
La promozione di una cultura della sicurezza è divenuta uno dei problemi chiave del settore sanitario. È riconosciuto che una positiva cultura della sicurezza sia uno dei passi significativi per ridurre gli errori in ospedale (Sorra, Nieva, 2003). Le aziende sanitarie sono organizzazioni ad alto rischio, che operano in condizioni di elevata complessità e di esposizione a rischi potenzialmente gravi. Una ricerca Sda Bocconi si è proposta di validare e sperimentare per il contesto sanitario italiano uno strumento diffuso negli Usa per misurare la cultura organizzativa della sicurezza, al fine di individuare un set di raccomandazioni operative per la Direzione delle aziende sanitarie, per orientare i comportamenti sia dei professionisti coinvolti nei processi aziendali che dello staff tecnico amministrativo.
Lo strumento di valutazione utilizzato è il questionario della Agency for Healthcare Research and Quality (Ahrq) (Sorra e Nieva, 2004), composto di 42 domande aggregate in 12 dimensioni, che vanno dalla capacità di team work nelle unità operative, alle aspettative della dirigenza per la promozione della sicurezza, al supporto fornito dal management ospedaliero verso la sicurezza dei pazienti, al dimensionamento del personale, alla messa in atto di meccanismi non punitivi di fronte ad eventuali errori.La somministrazione è avvenuta in tre aziende ospedaliere, coinvolgendo tutti i reparti. Benché l'adesione fosse del tutto volontaria, il tasso di risposta si è attestato al 76%, a dimostrazione della diffusa percezione di rilevanza del tema. I questionari restituiti sono stati 1.071, di cui 1.032 validi. La scelta e validazione di uno strumento usato da anni negli Usa permette di agganciarsi a un gruppo di confronto dei risultati, per definire priorità di azione. In particolare, il campione italiano risulta più attento alla dimensione della sicurezza di quello Usa per quanto attiene "passaggi di consegna e trasferimenti" e più "aperto alla comunicazione" relativamente alle questioni riguardanti la patient safety. Invece, con riferimento alla "capacità di lavoro in team tra unità operative", meno della metà dei soggetti italiani (45,7%) ritiene che le unità siano in grado di coordinarsi e lavorare insieme per garantire l'assistenza migliore ai pazienti, contro il 67% del campione Usa. Passando ad analizzare il "supporto fornito dal management ospedaliero verso la sicurezza dei pazienti" il distacco è ampio. Il 38% del nostro campione, contro il 79% rilevato negli Stati Uniti, ritiene che la direzione dell'ospedale garantisca un clima organizzativo che promuove la sicurezza del paziente. Ancora, solo il 37% circa del campione italiano ritiene che le scelte della direzione dimostrino attenzione alla patient safety come priorità, contro il 70% negli Usa.Implicazioni manageriali per le direzioni ospedaliere sembrano dunque la necessità e l'urgenza da un lato di esplicitare la rilevanza strategica della sicurezza attraverso interventi tangibili, dall'altro di investire sul teamwork e sul rafforzamento dei meccanismi di collaborazione e coordinamento tra le diverse unità operative. Emergono quali ambiti di relativo confort organizzativo, e quindi asset su cui fondare le azioni di miglioramento, l'orientamento dei professionisti sulla problematica. Naturalmente, la potenzialità di uno strumento di misurazione della cultura organizzativa della sicurezza si esplica in contesti organizzativi in cui sia già diffusa la consapevolezza della priorità strategica della patient safety per rafforzarne il monitoraggio e lo sviluppo. Ad altri meccanismi organizzativi e di governo spetta invece creare le condizioni per comprendere che il problema esiste.