Imprenditorialita'. Premiamo chi sa creare
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Marina Puricelli |
A volersi accontentare, basterebbe che il nuovo governo lasciasse lavorare i piccoli e micro imprenditori, facendo una politica industriale che parta dalla conoscenza di queste realtà e tenga conto delle loro esigenze. Sembra poca cosa, ma finora la politica industriale italiana è stata calata dall'alto, con l'unica eccezione dello statuto delle imprese voluto da Raffaello Vignali. Partendo da lì si dovrebbe, quanto meno, eliminare l'Irap, una tassa davvero paradossale, che penalizza chi assume.
A voler essere ottimisti si dovrebbe chiedere una politica industriale che riconosca e incentivi i migliori piccoli imprenditori, premiando chi crea occupazione, chi produce reddito anche in tempi bui come quelli correnti, chi riesce a crescere e andare all'estero. Significherebbe mettere la piccola impresa al centro della politica industriale, considerandola un'anomalia virtuosa e non un vizio da correggere.
Da docente universitaria che si occupa di piccole e medie imprese, il mio sogno sarebbe una politica che valorizzasse il collegamento tra gli atenei e la realtà imprenditoriale locale. Speriamo non significhi chiedere troppo.