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Imparare dalle piccole imprese superando i luoghi comuni

, di Marina Puricelli - docente di piccole e medie imprese all?universita' Bocconi e alla SDA
Alcuni soluzioni innovative potrebbero essere utilmente riprodotte anche in realtà maggiori

Quando si parla di risorse umane nelle piccole imprese il nemico principale è rappresentato da alcuni stereotipi che rischiano di offuscare la realtà.

Il primo stereotipo è quello che vede le piccole imprese come regno dell'improvvisazione nella gestione del personale e le grandi aziende come regno della metodicità. Niente di male, se non fosse per l'immagine blandamente negativa che si attribuisce alle prime rispetto alle seconde, per cui "informale" diventa sinonimo di approssimativo e inefficace. Il secondo stereotipo gioca sulla contrapposizione tra le piccole dimensioni, orientate solo all'amministrazione del personale, e le grandi imprese impegnate nello sviluppo delle risorse umane. Questa convinzione si fonda su una visione delle aziende minori come ambienti di lavoro incuranti del fattore umano, in contrasto con quelle di grandi dimensioni che sperimentano di continuo soluzioni volte alla valorizzazione della persona. Il terzo è quello che considera l'imprenditore come il padre-padrone che gestisce le maestranze in modo paternalistico: elogi e rimproveri come con i figli in una perenne confusione di ruoli.

Come per tutti gli stereotipi, niente di più fuorviante. Negli ultimi quindici anni ho visto realtà di minori dimensioni in cui la personalizzazione nelle relazioni di lavoro non solo è frutto di una scelta consapevole dell'imprenditore, ma riesce a dare esiti sorprendenti in termini di identificazione dei dipendenti all'azienda.

Pur non avendo alcuna partecipazione al capitale sociale o stipendi da "top manager", molti collaboratori vivono l'azienda come fosse di loro proprietà, usano il pronome "nostro" quando citano il prodotto dell'impresa e si sentono responsabili dei risultati, in quanto persone con un nome e un cognome cui l'imprenditore riconosce trattamenti su misura. Mentre, al contrario, la tanto celebrata metodicità dei sistemi di gestione del personale nelle grandi aziende spesso stanca gli individui, spersonalizza i rapporti umani e viene accettata a fatica come un male necessario.

Ho incontrato moltissimi imprenditori che non delegherebbero mai a terzi la gestione dei loro collaboratori, mentre sono disposti a trasferire senza alcuna esitazione gli adempimenti legati alle pratiche del lavoro a società esterne. Ho visitato piccole imprese che, pur nella relativa ristrettezza di risorse economiche, riconoscono una grande importanza alla persona attraverso la cura dell'ambiente di lavoro.

"Aziendine" che hanno anticipato la creazione della palestra o dell'asilo aziendale, che hanno aperto biblioteche o videoteche interne o che disseminano negli spazi comuni opere d'arte per migliorare l'ambiente di lavoro (nel caso di un produttore di luci addirittura ho visto realizzata una vera e propria abitazione dentro lo stabilimento a disposizione dei dipendenti).

Imprese in cui la pausa pranzo nella mensa aziendale, quando i collaboratori si trovano gomito a gomito con l'imprenditore, ha la sacralità delle cerimonie più importanti, diventa un momento rituale fondamentale, che dà piacere alle persone. Piccole imprese pronte ad ospitare le scolaresche del territorio per illustrare a quelli che potrebbero essere dipendenti di domani il tipo di lavoro che in esse viene svolto, la passione che lo anima, le competenze richieste ai futuri collaboratori. Imprese minori che, contrariamente a ciò che la pura razionalità economica vorrebbe, ampliano, a costo molto superiore, i loro insediamenti produttivi restando nel territorio d'origine, garantendo così alle loro maestranze una qualità di vita migliore senza pendolarismi forzati, senza distacco dal piccolo paese in cui sono nati, vivono e lavorano.

Ho imparato la lezione di imprenditori che, invece di inseguire la chimera di "far denaro con il denaro", lasciando prevalere logiche finanziarie su quelle industriali, investono la totalità degli utili generati in nuove tecnologie per aumentare i livelli di sicurezza e per evitare l'obsolescenza professionale dei propri dipendenti.

È in queste realtà che ho incontrato persone con un fortissimo senso di riconoscenza nei confronti di chi guida l'impresa (fino ad arrivare al caso limite delle maestranze di un'azienda brianzola che in occasione di un anniversario hanno regalato collettivamente al loro imprenditore una costosa auto sportiva superando nei fatti qualsiasi teoria sul coinvolgimento dei collaboratori). Sono questi i dipendenti che, intervistati sul loro futuro, non esitano ad affermare con schiettezza di sentirsi parte di una famiglia in cui hanno scelto di trascorrere la maggioranza del loro tempo; in qualche caso descrivono l'imprenditore come un padre, mai come un padrone.

Ecco l'indirizzo da seguire: raccogliere testimonianze dalle piccole imprese eccellenti senza preconcetti per scoprire così una realtà multiforme che mostra soluzioni interessanti e originali sul fronte della gestione del personale, che meritano di essere conosciute ed esportate anche in altri contesti.