Ilaria Castiglioni, dietro il Milano Film Festival c'è anche lei
Quaranta, persino cinquanta film al giorno, tra lungometraggi e corti, da visionare e catalogare. Quando a giugno la Esterni, la società che organizza il Milano Film Festival, è entrata nel vivo dell'attività di preparazione, il totale delle pellicole assommava già a alcune migliaia. "E' stato un lavoro enorme", spiega Ilaria Castiglioni, laureata in Economia per le arti, la cultura e la comunicazione (Cleacc) alla Bocconi, adesso all'ufficio stampa della società. "Il bando di iscrizione è scaduto a maggio e da allora è cominciato il lavoro di visione, catalogazione e sottotitolazione. Erano talmente tanti film che le persone che si occupavano di questa parte del lavoro erano spesso costrette a lavorare anche di notte".
Ma evidentemente portarsi il lavoro a casa, quando ci sono di mezzo l'arte e la cultura e non semplici scartoffie, non è una cosa che spaventa tipi come Ilaria, che già prima della laurea aveva le idee chiare su ciò che non avrebbe mai fatto: "Non volevo assolutamente lavorare in un contesto troppo istituzionalizzato e formale, ma soprattutto cercavo una realtà che mi permettesse di esprimermi, indipendentemente dalla gratificazione economica". Una mano in questa direzione, probabilmente, gliela ha data anche l'esperienza di studio all'estero compiuta durante l'università: nei sette mesi passati in Argentina, Ilaria scopre "quante cose si possano realizzare anche con pochi soldi. Buenos Aires è una città estremamente creativa, in tutte le sue iniziative".
Per l'ufficio stampa della società, da maggio Ilaria è alle prese con giornalisti, videomaker e fotografi perché, come si può ben immaginare, il festival non è solo proiezione delle pellicole in concorso. Tra le tante iniziative, Ilaria ha curato i contatti per quello che sarà un diario del Milano Film Festival, con interviste e backstage di protagonisti e pubblico. I filmati diventeranno una sorta di striscia quotidiana, un blob del giorno prima da proiettare tra un film e l'altro.
Il futuro lavorativo di Ilaria, d'altronde, era già tutto racchiuso nell'indirizzo scelto al Cleacc, quello degli spettacoli dal vivo e della comunicazione: è per questo che, dopo i primi mesi di lavoro nella produzione, durante i quali si è occupata del Museo di arte momentanea allestito alla stazione Porta Genova di Milano, del Salone del design e della Notte bianca di marzo, ha finalmente ottenuto di passare al settore che l'affascina di più, quello delle relazioni con i media. E ha prolungato il più possibile il tirocinio, pur di restare al fianco dei suoi colleghi, finché non sono stati loro a chiederle di restare, ma non più come stagista.