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Ilaria Castiglioni, dietro il Milano Film Festival c'è anche lei

, di Andrea Celauro
Alle prese con pellicole e giornalisti, dietro le quinte del mondo dello spettacolo. Ilaria, laureata in Economia per le Arti, ci svela "i ciak si gira" del concorso cinematografico.

Quaranta, persino cinquanta film al giorno, tra lungometraggi e corti, da visionare e catalogare. Quando a giugno la Esterni, la società che organizza il Milano Film Festival, è entrata nel vivo dell'attività di preparazione, il totale delle pellicole assommava già a alcune migliaia. "E' stato un lavoro enorme", spiega Ilaria Castiglioni, laureata in Economia per le arti, la cultura e la comunicazione (Cleacc) alla Bocconi, adesso all'ufficio stampa della società. "Il bando di iscrizione è scaduto a maggio e da allora è cominciato il lavoro di visione, catalogazione e sottotitolazione. Erano talmente tanti film che le persone che si occupavano di questa parte del lavoro erano spesso costrette a lavorare anche di notte".

Ma evidentemente portarsi il lavoro a casa, quando ci sono di mezzo l'arte e la cultura e non semplici scartoffie, non è una cosa che spaventa tipi come Ilaria, che già prima della laurea aveva le idee chiare su ciò che non avrebbe mai fatto: "Non volevo assolutamente lavorare in un contesto troppo istituzionalizzato e formale, ma soprattutto cercavo una realtà che mi permettesse di esprimermi, indipendentemente dalla gratificazione economica". Una mano in questa direzione, probabilmente, gliela ha data anche l'esperienza di studio all'estero compiuta durante l'università: nei sette mesi passati in Argentina, Ilaria scopre "quante cose si possano realizzare anche con pochi soldi. Buenos Aires è una città estremamente creativa, in tutte le sue iniziative".

Per l'ufficio stampa della società, da maggio Ilaria è alle prese con giornalisti, videomaker e fotografi perché, come si può ben immaginare, il festival non è solo proiezione delle pellicole in concorso. Tra le tante iniziative, Ilaria ha curato i contatti per quello che sarà un diario del Milano Film Festival, con interviste e backstage di protagonisti e pubblico. I filmati diventeranno una sorta di striscia quotidiana, un blob del giorno prima da proiettare tra un film e l'altro.

Il futuro lavorativo di Ilaria, d'altronde, era già tutto racchiuso nell'indirizzo scelto al Cleacc, quello degli spettacoli dal vivo e della comunicazione: è per questo che, dopo i primi mesi di lavoro nella produzione, durante i quali si è occupata del Museo di arte momentanea allestito alla stazione Porta Genova di Milano, del Salone del design e della Notte bianca di marzo, ha finalmente ottenuto di passare al settore che l'affascina di più, quello delle relazioni con i media. E ha prolungato il più possibile il tirocinio, pur di restare al fianco dei suoi colleghi, finché non sono stati loro a chiederle di restare, ma non più come stagista.