Il vero volto dell'Impero celeste
Per capire la globalizzazione non si può più prescindere dalla Cina. Capire la Cina è tuttavia impresa ardua se non si conosce il cinese. Si può fare riferimento ai documenti scritti dai cinesi per gli occidentali, o ai resoconti di questi ultimi, ma gli uni e gli altri forniscono un quadro distorto della realtà cinese, per motivi diversi. E allora, che fare? Ci viene in soccorso Stefano Cammelli, profondo conoscitore della storia, cultura e istituzioni cinesi, e direttore dell'osservatorio Polonews (www.polonews.info). Polonews seleziona, traduce e commenta articoli scritti in cinese per i cinesi e pubblicati sui principali quotidiani del paese. Dalla lettura di questi documenti emerge un quadro della Cina sostanzialmente diverso da quello ufficiale. Un esempio su tutti. Cammelli riferisce di un'intervista a Wen Jiabao, in cui il premier cinese avrebbe dichiarato che tra la metà del 2008 e la metà del 2009 il pil cinese è cresciuto solo del 3,8%. Questa dato è illuminante, perché chiarisce al di là di ogni ragionevole dubbio che le statistiche ufficiali cinesi non sono credibili. In base ai dati ufficiali, nel biennio 2008-09 il pil reale sarebbe infatti cresciuto al tasso stellare (medio annuo) del 10%, malgrado la crisi globale, il crollo delle esportazioni e la perdita di 40-50 milioni di posti di lavoro nel comparto manifatturiero. Così come non sono credibili le statistiche sul tasso di inflazione: in Cina, nel 2009, la massa monetaria è cresciuta del 27%, il pil reale del 9%, ma il tasso di inflazione ufficiale è stato negativo! La verità è che sappiamo ancora troppo poco sulla Cina, e sui suoi sviluppi recenti. Per questo Polonews svolge una funzione preziosa e rappresenta una lettura obbligata per chi voglia orientarsi meglio nella complessa realtà cinese. La mia personale lettura della Cina raccontata da Polonews è quella di un paese con un assetto istituzionale pericolosamente inadeguato a gestire con successo la transizione verso una moderna economia di mercato. Spero davvero di sbagliarmi.