Il navigatore vive in un altro spazio d'attenzione
È più difficile che una notizia riceva attenzione su Internet o sui media tradizionali? È una domanda importante perché fa riflettere sull'influenza che il contenitore ha sul contenuto. E sulle differenze tra vecchio e nuovo mondo per chi produce contenuti di qualsiasi tipo.
La prima pagina o il servizio di apertura sono gli spazi più ambiti per giornali e telegiornali e la competizione per accaparrarseli è elevata. Se un pezzo è collocato in prima si ha maggiore attenzione da parte dei lettori, si è più influenti sul giudizio che essi hanno della vita politica, della qualità del giornale etc.
La struttura dell'informazione tradizionale è in qualche modo rigida: decisa l'impaginazione e la scaletta, quelle rimangono e sono pronte a essere utilizzare in maniera standard da centinaia di migliaia di lettori o da milioni di telespettatori. In Internet è molto diverso. Una volta immessa un'informazione, essa può essere incasellata in maniera multiforme: un pezzo di un quotidiano può essere tradizionalmente etichettato dal direttore come "cronaca", "politica", "sport". Il pezzo può essere caratterizzato da parole chiave scelte dal direttore o dall'autore, "sbarchi", "Lampedusa", "nave". E può essere anche affiancato da parole chiave scelte dai lettori, "bene", "male", "poveri".I criteri di classificazione influenzano la ricercabilità dell'informazione e aumentano la possibilità di rintracciare qualcosa che si potrebbe perdere con facilità nel mare della rete. Le prime pagine dei giornali in rete sono tante, i blog sono molti di più, i commenti degli utenti agli articoli sono migliaia. La potenza cognitiva, di analisi, di digestione degli individui è variabile, ma in generale molto minore di quella necessaria per ordinare tutte le informazioni di cui stiamo parlando. Quindi, per un autore, competere per lo spazio di attenzione del lettore su Internet non è come competere per avere il proprio pezzo in prima pagina.Lo spazio di attenzione sul web è un concetto diverso da quello tradizionale. Diego Maradona combina una marachella che è citata sulla home page della Gazzetta dello Sport. Poi Schumacher cerca di investire Barrichello che lo vuole sorpassare e anche questo trova spazio sulla pagina iniziale, scalzando dal primo posto Maradona. Lo stesso accade con Bolt che migliora il record del mondo sui cento metri. A un certo punto Maradona sparisce dalla home page e la notizia si 'raffredda'. Non è più nello spazio di attenzione del lettore che se ne dimentica o che la ricorda con nitidezza minore. Anche sui social network lo spazio di attenzione è limitato. Nella pagina principale del nostro profilo, Facebook mostra cosa stanno facendo i nostri amici. Giorgio: "Oggi incontro con tortellini d'autore"; Massimiliano: "Il mio barolo di XYZ è ottimo".Quando lo spazio della pagina principale di Facebook finisce, i primi commenti escono di scena lasciando il posto agli ultimi, in una logica First In First Out. E magari io non saprò mai, se ho molti amici e non mi sono collegato per qualche ora, che Massimiliano ha passato un pomeriggio con un buon vino. Purtroppo si perdono informazioni interessanti e importanti che ci sarebbe piaciuto poter leggere. La posta elettronica esemplifica bene il problema: una pagina di messaggi ne contiene cinquanta, cento. Quando ci dimentichiamo di salvare un messaggio importante in una cartella dedicata e questo esce dalla prima pagina ed entra tra i messaggi vecchi, esso diventa praticamente irrecuperabile.In Internet lo spazio di attenzione appare dunque come un concetto cognitivo, più che fisico. Influenzato dalla difficoltà di ricercare le informazioni utili e dalle caratteristiche tecnicamente limitate delle pagine Internet. Questo porta a un modo diverso di catturare l'attenzione del lettore e porta il lettore stesso a mettere in atto comportamenti di fruizione differenti rispetto al passato. Comportamenti 'digitali' che rappresentano il portato sociale delle tecnologie su cui si basa Internet e che sono un interessante terreno di ricerca per comprendere il mondo nuovo.