Il consumatore si fa investitore col crowd-funding
Il marketing ha sempre posto il consumatore al centro della scena, tuttavia il ruolo riservatogli è cambiato nel corso del tempo. Recenti iniziative che stanno emergendo in vari mercati propongono per il consumatore un ruolo ancora più attivo e sinora inedito: quello del supporto imprenditoriale.
Tale fenomeno è chiamato 'crowd-funding' e consiste nello sforzo collettivo di più persone che investono denaro (di solito attraverso il web) al fine di supportare iniziative e nuovi prodotti promossi da altri. In sostanza, si tratta di una situazione nella quale un gruppo di soggetti pagano e investono non per acquistare un prodotto o un servizio ma per produrlo. Alcune prime applicazioni recentemente apparse sul mercato suggeriscono che un tale business model non solo è possibile ma può essere redditizio per le parti coinvolte.
Una delle prime e più significative iniziative di crowd-funding è SellaBand. Attiva sin dall'agosto 2006, l'azienda applica l'idea del crowd-funding nell'ambito del music business. Attraverso il sito (www.sellaband.com) gli artisti emergenti e privi di contratto hanno a disposizione una piattaforma di comunicazione e possono caricare tre loro canzoni, che saranno sempre disponibili gratuitamente per chiunque, sulla propria pagina personale.
In tal modo, gli utenti del sito possono ascoltare tali canzoni, individuare il/gli artisti più promettenti, e decidere di investire su questo/i una certa somma. Una volta che l'artista raccoglie una determinata somma target, Sellaband offre all'artista la possibilità di produrre un album, che viene registrato e venduto attraverso vari canali. L'investitore, una volta che l'artista ha raggiunto il target, riceve un'edizione limitata del cd nonché una quota (1/3) dei profitti generati dalla vendita dell'album in proporzione agli investimenti fatti. Un altro terzo dei profitti generati è trattenuto da Sellaband per remunerare la sua attività, e l'ultimo terzo va all'artista. Dal suo lancio a ora, SellaBand ha reso possibile l'incisione di più di 40 album con oltre 60.000 potenziali investitori attualmente registrati.
Il crowd-funding non è legato esclusivamente al settore della musica e dell'intrattenimento, ma iniziative simili stanno nascendo anche nel settore della moda. FashionStake è un negozio on-line dove gli utenti possono aiutare a finanziare le collezioni di giovani designer. Nata a Settembre 2009 a New York, FashionStake permette ai consumatori di 'scommettere' (stake per l'appunto) su dei designer ricevendo in cambio vantaggi e privilegi, come sconti sugli ordini o biglietti per le sfilate, oltre ad un credito in base alle vendita dei pezzi delle collezioni. Il punto centrale di questi modelli è che il consumatore agisce come un co-imprenditore: egli non solo co-produce mettendo a disposizione le sue competenze nel processo, selezionando le offerte migliori e promuovendo le iniziative in cui crede di più, ma si assume parte del rischio associato all'iniziativa investendo.L'azienda che fa crowd-funding, di fatto, esternalizza quindi parte dei compiti tipicamente imprenditoriali, incluso il rischio. Allo stesso tempo, il rischio individuale sulle spalle di ciascun consumatore-imprenditore rimane mediamente basso, poiché la totalità dell'investimento è suddivisa tra molti investitori (da qui la parola crowd).
Il tempo e i consumatori ci diranno se questi modelli si svilupperanno ulteriormente nel prossimo futuro. Sicuramente, a oggi, il crowd-funding rappresenta un'innovazione interessante e promettente per estendere anche significativamente il ruolo e le potenzialità dei consumatori. Ciò potrebbe consentire in futuro la costruzione di business model nei quali le distanze fra impresa e consumatori tenderanno ad assottigliarsi se non a scomparire.