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I comuni devono combattere la sfida dell'energia

, di Fabio Amatucci - ricercatore del Cergas Bocconi
La produzione decentrata, organizzata attraverso un agara pubblica, può garantire agli enti il 9-10% del fatturato in forma di royalty

Il tema della produzione di energie rinnovabili coinvolge da tempo i paesi occidentali, sia per problemi di inquinamento, sia per le opportunità legate alla diversificazione delle fonti di energia, a causa del progressivo esaurimento di quelle tradizionali. Ad oggi, il consumo energetico è basato essenzialmente su combustibili fossili, responsabili diretti delle emissioni inquinanti. Da anni si susseguono accordi e protocolli (Kyoto 1997; numerose direttive europee) atti a ridurre l'emissione di inquinanti e aumentare l'incidenza delle fonti rinnovabili. L'Unione europea ha l'obiettivo ambizioso di incrementare, entro il 2020, il consumo di energie rinnovabili, portandolo al 20% del totale (per l'Italia tale valore è fissato al 17%). In Italia, il consumo di energie è però fortemente legato a fonti tradizionali.

La priorità d'azione è legata alla sostituzione dei combustibili fossili con altre forme di energia primaria, promuovendo l'energia rinnovabile in tutte le sue forme: solare termico e termodinamico; solare fotovoltaico; eolico; biomasse naturali. È essenziale sfruttarne l'intera gamma, a seconda della ricchezza dei potenziali energetici di ciascun paese. Per realizzare tale disegno è necessario superare gli ostacoli allo sviluppo delle energie innovative, quali la mancanza di chiare regole autorizzative (soprattutto per la realizzazione di impianti eolici) e una realtà eterogenea, con regioni che promuovono la realizzazione di fonti rinnovabili e altre che prevedono limiti severissimi atti a impedirne lo sviluppo. Altro elemento di confusione è dato dagli impianti di incenerimento dei rifiuti (termovalorizzatori da biomasse), erroneamente indicati come fonti "assimilabili" alle fonti rinnovabili, in contrasto con le previsioni comunitarie: l'Ue ha ribadito il divieto di considerare i rifiuti non biodegradabili come biomasse, sfruttando gli incentivi previsti per le fonti rinnovabili.

Nonostante la confusione normativa, la politica energetica nazionale sta supportando la produzione di energia da fonti rinnovabili: la Finanziaria 2008 ha emanato una serie di misure, tra cui la ristrutturazione del meccanismo di incentivazione dei certificati verdi.

Tuttavia, la vera responsabilità sull'argomento ricade sulle autonomie locali: i comuni, in particolare, devono comprendere che investire in tale direzione è conveniente sia dal punto di vista energetico e ambientale, sia da quello economico e occupazionale. L'idea è vincente solo se in grado di coniugare, con rapidità, coraggio e senso di responsabilità, gli obiettivi energetici con le potenzialità delle diverse aree territoriali. Il tutto si traduce in politiche di sviluppo che: puntino sull'educazione ambientale, atta a sviluppare il senso di responsabilità nei cittadini; favoriscano regolamenti edilizi e prevedano fondi che incentivino l'utilizzo delle fonti rinnovabili, risparmio energetico e bioedilizia; incentivino il solare termico e fotovoltaico nelle strutture edilizie comunali; promuovano direttamente impianti di produzione a energia rinnovabile (solare, fotovoltaico, eolico), anche attraverso operazioni di partnership pubblico-privato (project finance; costituzione di società miste) che, grazie agli incentivi previsti, risultino redditizie dal punto di vista economico-finanziario. Se realizzate con opportune gare pubbliche, per stimolare la concorrenza fra i produttori, tali operazioni garantiscono introiti finanziari rilevanti per le casse dell'ente attraverso royalty (canoni di concessione): in alcuni casi tali canoni a favore del comune hanno raggiunto il 9 e 10% del fatturato dell'impianto.

Una politica energetica innovativa richiede la piena collaborazione tra regioni, che devono essere responsabilizzate verso gli obiettivi di diffusione delle fonti rinnovabili, e tra le amministrazioni locali, che devono trainare lo sviluppo del mercato delle energie rinnovabili. Entrambe devono essere affiancate da operatori economici privati, in grado di investire con coraggio nello sviluppo sostenibile del territorio.