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I cani da assistenza ammessi in aule e uffici

, di Davide Ripamonti
La Bocconi apre le proprie porte ai cani che rappresentano un sostegno fondamentale per persone con disabilità motorie o patologie psichiatriche

Con un deciso passo in avanti sui temi dell’inclusione e della tutela delle persone con disabilità, gli “animali da assistenza” entrano ufficialmente anche nelle aule della Bocconi. Anzi, per essere più precisi, sono già entrati, visto che lo scorso settembre Kika, cagnolina di piccola taglia ottimamente addestrata, è stata ammessa nell’aula di Global Law a fianco della sua padrona, per la quale Kika rappresenta una compagna indispensabile per studiare in serenità a tutela della propria salute. Sull’esempio di quanto già avviene in molte università fuori dall’Italia, Bocconi ha deciso di fare propria questa pratica di inclusione, di adattarla al proprio contesto (estendendola anche a chi qui vi lavora, cioè a staff e faculty) e di regolamentarla. 

È nata così la procedura “Animali da Assistenza on campus”, dove per animali si intendono i cani. D’ora in avanti, previa richiesta corredata della necessaria documentazione, oltre ai cani guida per non vedenti che per legge sono ammessi ovunque, in Università potranno avere accesso anche quei cani che accompagnano una persona con disabilità motoria, sensoriale, oppure con patologie psichiatriche, malattie gravi o croniche. Un’esperienza che nasce dall’idea di mettere in atto una didattica inclusiva e attenta alle esigenze del singolo. Si tratta di un altro passo verso quel pieno riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità sancito anche dalla convenzione dell’ONU del 2006 il cui preambolo recita: “Scopo della presente Convenzione è promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità”.

La richiesta di accesso del proprio cane da assistenza, corredata dalla documentazione necessaria, deve essere fatta all’Inclusion Service che la valuterà e la porterà all’attenzione del comitato Inclusion, Disability e Wellbeing.