Gli italiani giocano le loro carte
Alcune recenti indagini informano della crescente confidenza registrata dagli italiani con riguardo alla monetica (per molti circoscrivibile all'aggregato carte di pagamento). Secondo un'indagine di Banca d'Italia (Bilanci delle famiglie italiane 2010, resa pubblica nel gennaio 2012), si evidenzia la continua tendenza alla progressiva sostituzione degli strumenti di pagamento tradizionali (contante e assegni bancari), con carte di credito, bancomat e prepagate.
Circa il 71% delle famiglie possedeva almeno una carta di pagamento a fine 2010. In leggero aumento la diffusione di bancomat, il cui possesso sale dal 63,6% (2008) a quasi il 69% (2010), mentre è stabile la diffusione di carte di credito, detenute dal 32% delle famiglie. In forte crescita è il comparto delle prepagate, che dal 7,3% (2008) è salito al 12,1% (2010). In questo anno, si sono registrate 66 operazioni di pagamento per abitante con strumenti alternativi al contante, a fronte però delle 176 rilevate in media nei paesi dell'area euro (per l'anno 2009). La spesa media mensile pagata in contanti dalle famiglie italiane è di 895 euro, pari al 42,7% del totale della spesa. In sensibile diminuzione rispetto alle rilevazioni 2004/2006 (circa il 48%). Un'analisi disaggregata per aree territoriali fa emergere un rilevante divario fra il Centro Nord e il Mezzogiorno (84 contro 39 operazioni) ma conferma che l'utilizzo degli strumenti elettronici è modesto anche nelle regioni italiane comparabili, per livello di reddito, con quelle europee più sviluppate.
L'utilizzo relativamente elevato del contante nel nostro paese trova riflesso nell'intenso ricorso ai bancomat per l'approvvigionamento di banconote. Nel 2010, di fatto, è aumentato il numero dei prelievi da Atm bancari e postali e il relativo importo medio, salito a 180 euro per operazione, cifra ben superiore alla media europea (120 euro nell'area euro e 109 nella Ue). Fra i principali mutamenti strutturali merita rilevare la crescita delle operazioni realizzate in rete, sebbene il loro numero (226 milioni – 2010), sia ancora pari solo al 6% delle operazioni con strumenti alternativi al contante. Ancora a uno stadio iniziale l'adozione dei mobile payment; un impulso arriverà dal progressivo ingresso nel mercato di altri operatori abilitati a offrire servizi per l'acquisto di beni e servizi digitali. È interessante inoltre rilevare il rallentamento nella crescita del numero di carte di credito in circolazione, pur nella costanza del bacino dei suoi titolari. A spiegare il fenomeno, ci sono alcune evoluzioni importanti, sia in termini sociologici, sia di sviluppo del mercato. Anche al portafoglio carte, di fatto, viene applicato il principio di non dispersione dell'energia che porta a essenzializzare le relazioni con il mondo finanziario: più canali a distanza, meno conti correnti, meno polizze e meno carte. Si contrae così la quota di quanti posseggono più di una carta di credito.Tali scelte di concretezza possono migliorare l'utilizzo della carta sia in termini di soddisfazione sia, soprattutto, di appropriatezza d'uso. Ciò che si osserva, infine, è il prevalere di un posizionamento degli strumenti di monetica trainato dalla domanda, invece che dall'offerta che avrebbe invece dovuto più sagacemente svolgere tale funzione. Si osserva dunque un mercato che via via si costruisce, delineandosi maggiormente, e che solo apparentemente può risultare immobile; di fatto, gli italiani sono molto dinamici e reattivi al comparto della monetica e non solo.