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Gli ingredienti segreti di un buon imprenditore dell'arte

, di Benedetta Ciotto
Un buon imprenditore della cultura deve aver fatto un percorso artistico: a dirlo e' l'attore e alumnus Bocconi Valentino Infuso, che rappresenta Teatro Cucina da 15 anni in un piccolo teatro di Milano

Teatro-Cucina non è una rappresentazione teatrale con cena inclusa, ma nemmeno una cena dove qualcuno recita: è uno spettacolo che racconta la vita attraverso il cibo e le sue fasi di preparazione, un'esperienza dove la drammaturgia si fonde con le portate e dove ogni pietanza ha un valore preciso. Questo è lo spettacolo nato da un'idea di Valentino Infuso, attore e alumnus Bocconi, in scena da 15 anni all'Atelier di Teatro in Polvere (compagnia fondata da lui insieme alla regista Elisabetta Faleni), in via Bastia 15.

"Il connubio cibo-recitazione è insito nel teatro. La novità di questo spettacolo non sta tanto nel soggetto, quanto nel modo in cui lo rappresentiamo", dice l'attore, che è anche danzatore e mascheraio. Sono passati 15 anni dal debutto di Teatro-Cucina, ma l'interesse del pubblico resta invariato, sicuramente perché riesce a colpire diverse fasce di spettatori, in modo diverso: "Una volta mi sono emozionato nello scoprire che un ragazzino venuto a vederci 10 anni prima è poi tornato all'età di 29 anni con la fidanzata. Questo ci fa capire che tocchiamo le corde giuste", racconta. E che tocchi davvero le corde giuste se ne sono accorti anche Gabriele Salvatores, che ha visto proprio una delle prime rappresentazioni nel 2001, e Davide Oldani, che ha poi collaborato con Teatro-Cucina per impreziosirne il menù. "Lo abbiamo invitato allo spettacolo nel 2003. Ha avuto un approccio scientifico nei confronti del cibo: esplorava le portate, le apriva, le scomponeva, le annusava e poi le assaggiava".

Valentino ha sempre avuto fame di teatro, fin da quando era bambino e viveva a Napoli "L'arte ce l'avevo già in casa: mia madre era un'insegnante di danza. E poi a Napoli, si sa, il teatro è ovunque, soprattutto in cucina". Giunge dunque a Milano già con una spiccata verve teatrale e un progetto ben chiaro nella testa: studiare economia per capire come rendere produttivo il lavoro dell'attore. Ed è così che si iscrive all'Università Bocconi, con la convinzione che per conquistare l'autonomia artistica è necessario raggiungere un'autosufficienza economica.

"Introducendo il fattore cibo il costo marginale diventa inferiore al guadagno marginale", spiega, "contando anche che abbiamo una disponibilità di posti limitata, occorre vendere il biglietto ad un prezzo più alto, un prezzo che però deve essere giustificato da quello che si offre agli spettatori". Ma ciò che è più importante secondo Valentino è la visione di insieme: un buon imprenditore dell'arte deve aver fatto un percorso artistico, deve sapere come si sviluppa un'idea creativa. "Lo studio dell'imprenditorialità della cultura in sé per sé non basta perché si tratta di opere prima che di prodotti", afferma. "Certo, la suddivisione dei ruoli è fondamentale, ma un attore deve anche saper mettere un chiodo sul palco. Così come un manager dell'arte deve essere allo stesso tempo un artista", conclude.

È proprio questo uno degli ingredienti del successo di Teatro-Cucina e degli altri spettacoli messi in scena dalla compagnia Teatro in Polvere. Prossimo appuntamento (oltre alle nuove 10 date di Teatro-Cucina) la notte di Capodanno, in cui debutterà Novella Vaga, nome che deriva da un'ironica storpiatura della nouvelle vague, una commedia brillante a tema anni '30-'50 che vede come protagonista l'équipe di un ristorante.