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Friede Bach

, di Giovanni Iudica - ordinario di diritto civile e direttore della Scuola di giurisprudenza della Bocconi
Passioni giovanili tra matematica e filosofia

Johann Sebastian Bach ebbe affetto per tutti i suoi venti figli, ma per il primo maschio, Wilhelm Friedemann, ebbe un trasporto eccezionale. In lui intuiva una creatività visionaria. Friede nacque a Weimar, nel 1710. Iniziò i suoi studi di latino a Köthen e qui fu introdotto alla musica. Suo precettore fu il padre. Johann Sebastian sulla prima pagina di un quadernetto scrisse una dedica significativa: Clavier-Büchlein vor Wilhelm Friedemann Bach. Al figlio di dieci anni dedicò questo preziosissimo "eserciziario" (contenente, tra l'altro, le Suites francesi), che fu divorato dal giovane e precoce allievo in neppure due mesi. I rapidi progressi del prediletto figliolo indussero il padre ad adattare appositamente per lui sinfonie e cantate per costruire scientificamente la preparazione di Friede nella composizione e nel virtuosismo esecutivo. Bach vedeva che Friede era dotato di quel musicalisch naturel che pochi possedevano. Il ragazzo faceva progressi stupefacenti, ma sentì il bisogno di affrancarsi dalla figura paterna. Si iscrisse a Giurisprudenza, ma invece di applicarsi allo studio delle Pandette, si diede a frequentare corsi di filosofia e di matematica, dalla quale era irresistibilmente attratto. Frequentava il filosofo-matematico Christian Wolff e divenne amico del grandissimo matematico Leonardo Eulero.

Il suo desiderio di essere "uomo libero", l'aveva condotto a un punto morto. Intervenne il padre, che lo costrinse ad abbandonare l'infatuazione per la matematica e a decidersi: o dedicarsi al diritto, o dedicarsi alla musica. Friedemann non seppe resistere alla personalità del padre e scelse il cammino del musico. Il 1° agosto 1733 Wilhelm Friedemann, grazie alla raccomandazione del padre, ottenne la nomina a organista nella Sophienkirche di Dresda. Le cose andarono a gonfie vele sino a quando alla carica di organista nella Libfrauenkirche gli fu preferito Gottfried August Homilius. Friedemann si arrabbiò ed entrò in rotta di collisione con i suoi superiori e con le autorità. Il vecchio Bach riuscì a trovare al figlio prediletto un'altra sistemazione, quella di Director Musices, nella Libfrauenkirche di Halle.Dopo dieci anni Friedemann chiese al Consiglio ecclesiastico un aumento di stipendio, che fu respinto seccamente. Il Consiglio rivolse anzi al Director severi rimproveri per il suo frequente assenteismo! Friedemann, ferito nell'orgoglio, si dimise. Cercò altre sistemazioni, ma non ebbe successo. Allora imboccò una strada azzardata: la libera professione. Campava dando concerti, lezioni private, vendendo composizioni d'occasione. Cominciò a vivere una vita che sarebbe divenuta normale per un artista del secolo successivo, ma che dai suoi contemporanei era considerata eccentrica. Si trasferì a Berlino, dove godette per breve tempo della protezione della sorella di Federico il Grande, Anna Amalia. Prese poi a girovagare e a bere, per placare le sue devastanti depressioni. Quello che racimolava con il lavoro non bastava più. Cominciò a vendere la sua musica a basso prezzo e poi, scivolando sempre più, vendette i manoscritti dell'eredità paterna, disperdendo a destra e a manca un patrimonio inestimabile. Un giorno si privò anche dell'originale di quel Clavier-Büchlein che il padre gli aveva dedicato. Senza pace, in miseria, distrutto dall'alcol, si ammalò di polmonite e nel 1784 morì. Eppure Friedemann scrisse musica illuminata da lampi di genio, che apriva un ponte tra il (tardo) Barocco e il Classico, anticipando sotto diversi aspetti lo stile mozartiano. Le magistrali dodici di Wilhelm Friedemann dovranno attendere quasi un secolo (con Chopin) per trovare un adeguato termine di paragone.