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Francesco Paolo, lo studente che sogna di difendere i bambini

, di Allegra Gallizia
Russi, al terzo anno di Giurisprudenza in Bocconi, e' responsabile del progetto Working for Wasa dell'associazione studentesca Students for Humanity, che opera in Tanzania nel settore sanitario ed educativo

Ha lo spirito di condivisione tipico di chi è negli anni dell'università e una certa attitudine all'innovazione propria dei nativi digitali, ma, soprattutto, ha la determinazione di chi sa cosa desidera dalla vita: "vorrei diventare il legale di Save The Childern con il compito di girare il mondo per fare pressioni sui governi locali in tema di leggi sulla tutela dei bambini". E' Francesco Paolo Russi, nato a Bari, studente della Bocconi al terzo anno di Giurisprudenza.

"Quando ho iniziato l'università sono entrato in Students for humanity, l'associazione studentesca di volontariato per la promozione dello sviluppo sociale. E oggi sono diventato responsabile del progetto Working for Wasa che opera in Tanzania sia nell'ambito sanitario che educativo". Ogni estate, da tre anni, Francesco Paolo Russi si reca a Wasa con l'obiettivo di rendere indipendente questo villaggio attraverso una scuola di carpenteria e falegnameria che insegna a una ventina di ragazzi locali, tra i 13 e i 18 anni, una professione.

Tutto il programma viene finanziato dai fondi raccolti dall'associazione e ogni anno "offriamo una borsa di studio di 600 euro allo studente più meritevole per consentirgli di proseguire la propria formazione presso la St. James Secondary School di Kilolo che abbiamo selezionato tra le dieci migliori scuole della zona". Ma non è tutto, il progetto provvede, inoltre, al pagamento di 2.000 euro di stipendio a due insegnanti della struttura e alla fornitura dei libri di testo necessari agli alunni. La presenza sul campo è importante quando la raccolta fondi perché garantisce il raggiungimento degli obiettivi e contribuisce a definire il senso di comunità nel villaggio: "noi volontari passiamo le nostre giornate con i bambini, i ragazzi e le loro famiglie. Nel corso di un'estate si instaurano rapporti con i membri del villaggio che si continuano a coltivare anno dopo anno. L'emozione più grande è quella di tornare nella comunità e sentire gridare il proprio nome. La mia Africa è, infatti, nel sorriso o nell'abbraccio di quei bambini. Quello che mi regalano queste persone è straordinario e mi stimola a fare sempre meglio".

Il valore del capitale umano è ciò che fa la differenza e per questo l'associazione è sempre alla ricerca di studenti italiani e stranieri che abbiano voglia di fare un'esperienza di volontariato sul campo. "Alle volte, se è necessario, offriamo un aiuto economico ai volontari che non possono permettersi il viaggio. Così come non chiediamo quote associative ma una certa costanza negli anni che ci permette di portare a termine i progetti".