Filippo Genzini, l'uomo di marketing che veste di giallo
Filippo Genzini |
"Mi sono portato avanti col lavoro, così almeno non rischio il blocco dello scrittore..." ironizza Filippo Genzini, giallista per passione ed esperto di marketing per lavoro, parlando del materiale ancora da pubblicare che ha già pronto nel cassetto. Genzini, che ha di recente dato alle stampe il suo quarto libro, si è laureato alla Bocconi nel 1981 in economia aziendale con una specializzazione in organizzazione del lavoro.
"La scrittura ha sempre fatto parte della mia vita, ma in un primo momento si trattava di una spinta che si esauriva rapidamente al passare delle situazioni emotive da cui traeva origine", racconta lo scrittore. "La svolta è avvenuta nel 1994". Dopo la laurea, nell'82 prende la via del marketing ed entra in AcNielsen, dove lavora a più riprese fino al '94. Nel mezzo, due esperienze in pubblicità, di cui una presso l'agenzia della Mondadori che lavorava per Rete 4 ("Tra l'altro, del mondo della televisione in quegli anni mi ero occupato anche nella mia tesi"). Lasciata la AcNielsen, partecipa alla fondazione della filiale italiana della Information Resources, società di servizi informativi per le aziende del largo consumo e una delle più grandi concorrenti della AcNielsen stessa. "Fu questo il momento che segnò la svolta nella mia vita parallela di scrittore: la mia carriera professionale stava subendo un cambio radicale, è nato mio figlio e ho perso mia madre. Una concomitanza di esperienze che mi ha segnato profondamente a livello emotivo e mi ha spinto a dedicarmi in maniera costante alla scrittura". Un rimescolamento interiore che ha dato vita al suo primo libro giallo, il genere che ritiene il più facile e diretto per trasmettere al lettore la propria concezione della realtà. Da quella prima fatica liberatoria, Filippo Genzini non ha più smesso di scrivere e ha fatto delle investigazioni del commissario Zarotti la costante dei suoi libri (che sono 13, sebbene al momento solo quattro siano stati pubblicati). L'ultimo in ordine di uscita è Numero perfetto per l'assassino (Robin edizioni, 2011), nel quale Genzini racconta proprio del mondo dal quale proviene, l'ambiente del marketing e delle grandi aziende del settore. Una sorta di "ritorno sul luogo del delitto", commenta. La sua produzione letteraria, 13 romanzi in 17 anni, è frutto di una combinazione di lavoro regolare e stimoli della quotidianità. Lo scrittore bocconiano, sia in passato come dipendente, sia oggi che possiede la propria società di consulenza di outsourcing per il marketing, non ha mai mancato l'appuntamento con il word processor: "Mi ci dedico almeno un'ora al giorno. Bisogna imparare a ritagliarsi il tempo per scrivere tutti i giorni", spiega. La vita reale, poi, non fa mancare gli spunti: nei suoi romanzi c'è la crisi economica, c'è la difficoltà dei rapporti di coppia, ci sono l'arrivismo dei manager e la sfiducia nelle banche dei piccoli imprenditori agricoli. C'è Milano e c'è Cremona, dove i libri di Genzini hanno avuto un particolare successo. Davanti al primo foglio bianco, spesso la storia è solo abbozzata nella mente dello scrittore. "Non so mai come andranno a finire i miei libri e a volte mi piace l'idea di sorprendermi un po' io stesso con un finale inaspettato". E se l'ufficio del commissario Zarotti è ormai un po' come la sua famiglia, tuttavia Filippo Genzini una mezza idea di provare anche altri generi letterari ce l'ha e, anzi, ha già messo mano a una prima stesura di quello che definisce "un romanzo un po' claustrofobico" ambientato all'interno di una Asl di Milano. "È un esperimento", dice, "vediamo come va a finire...".