In Europa viene sprecato un quinto dell'energia
L'Europa fa i conti da tempo con due fenomeni negativi: la forte dipendenza dalle importazioni di energia (nel 2008 l'indice di dipendenza energetica era del 55% nell'Ue e dell'85% in Italia) e una produzione a copertura del consumo di energia condizionata dalle fonti fossili (79% del consumo finale di energia nell'Ue e, per l'assenza del nucleare, il 96% in Italia).
La dipendenza energetica da paesi terzi genera preoccupazioni di natura geopolitica, ma anche instabilità nel sistema energetico europeo a fronte dell'incertezza sulle forniture e sui prezzi. I combustibili fossili, poi, sono la causa principale delle emissioni di gas a effetto serra. Secondo valutazioni della Commissione europea gli stati membri sprecano almeno un quinto della propria energia, utilizzandola in maniera inefficiente e irrazionale. L'uso non ottimale appare ancor più grave se si considera che risparmiare energia è il modo più efficace per limitare i problemi di approvvigionamento e di emissioni.Dove e come si può risparmiare energia? La ripartizione dei consumi finali di energia mostra, ad oggi e in prospettiva, il peso consistente del carburante per i trasporti (31%), seguiti dai consumi energetici dell'industria (28%), delle famiglie (26%) e del settore dei servizi (15%). Per contrastare le tendenze di aumento e gli effetti negativi generati (dipendenza e costo delle importazioni e conseguenze delle emissioni di gas serra), le politiche Ue e nazionali dell'ultimo quinquennio perseguono il duplice obiettivo di stimolare comportamenti di risparmio energetico e promuovere un miglioramento strutturale permanente dei modelli di consumo e dell'efficienza energetica di famiglie e imprese.Sono stati messi in campo una pluralità di strumenti d'intervento nelle diverse applicazioni di servizi energetici e in tutti i settori dell'economia e della società (per esempio imprese industriali, commerciali e dei servizi, edifici pubblici e privati, servizi elettrici delle famiglie). Le misure messe in atto coprono un'ampia gamma di soluzioni: dalla determinazione di obblighi di rispetto di standard tecnici e qualitativi a strumenti fiscali per l'agevolazione di spese che migliorano l'efficienza energetica, fino a meccanismi di mercato quali i certificati bianchi o gli accordi volontari tra imprese. L'Italia ha adottato in anni recenti una copiosa normativa in materia, duplice risultato del recepimento di direttive comunitarie e di autonome soluzioni. Nel primo gruppo si segnalano: le norme che impongono o promuovono standard di efficienza energetica (edifici di nuova costruzione, prodotti di largo consumo quali elettrodomestici e sistemi d'illuminazione, autovetture); i regolamenti che stimolano la diffusione di tecnologie più efficienti attraverso una maggiore trasparenza e conoscenza (etichette per l'identificazione della qualità energetica degli elettrodomestici, requisiti minimi per la progettazione eco-compatibile); norme per l'osservanza di principi fiscali (criteri di tassazione dei prodotti energetici e dei servizi elettrici). Al secondo gruppo appartengono invece gli incentivi fiscali previsti dalle recenti manovre finanziarie, destinati ad agevolare spese per il miglioramento dell'efficienza energetica da parte delle imprese (motori elettrici) e delle famiglie (per esempio sistemi di riscaldamento); l'accantonamento in specifici conti pubblici di fondi da destinare a investimenti in tecnologie e prodotti più efficienti; l'istituzione, tra i primi in Europa, del meccanismo dei Titoli di efficienza energetica. Le misure adottate e la maggiore conoscenza delle famiglie e delle imprese italiane delle soluzioni tecnologiche e dei benefici economici e qualitativi offerti dalle possibilità di risparmiare energia cominciano a generare effetti positivi.Dai risultati di una recente indagine dello Iefe-Bocconi emerge come, per effetto degli strumenti di intervento adottati, i consumi finali si ridurranno dell'8% rispetto alle previsioni 2020, con una conseguente riduzione dei gas serra del 12% rispetto alle proiezioni.