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Emozioni e territorio, questa e' l'Italia del Giro

, di Dino Ruta - assistant professor SDA Bocconi e responsabile Sport Knowledge Center
Non solo economia. La corsa in rosa più amata dagli italiani è prima di tutto cultura, ambiente, condivisione e ritrovato orgoglio cittadino
Dino Ruta

La corsa rosa si sta consacrando sempre di più come evento di festa nazionale che passa per le strade d'Italia e va a trovare gli italiani. Il Giro ha il fascino di non avere uno stadio o un palazzetto che lo ospita, non vi sono biglietti da vendere o posti a sedere da contare. Solo quando si vive il Giro da vicino si coglie la magia che emana. L'espressione di un corridore, la tensione di un motociclista al seguito, l'incitamento di un tifoso appostato sul ciglio della strada da ore, la costanza dei giornalisti, il sorriso di chi vince, la fatica dei corridori che percorrono circa 3.500 km e l'identità di un territorio che si mobilita e che diventa esso stesso parte integrante della corsa rosa.

Alla luce di queste riflessioni con Rcs Sport abbiamo condotto uno studio volto a misurare gli impatti non economici del Giro d'Italia 2012, ossia quelli ambientali, sociali, culturali, politici e turistici, adottando alcune altre località di controllo per misurarne l'effetto. Dall'analisi emerge come il Giro si possa definire un'esperienza unica, alla luce delle percentuali di risposta positiva tra gli intervistati (significative rispetto alle località controllo). Innanzitutto, il Giro d'Italia assicura un'esperienza coinvolgente per il 21% dei rispondenti, con i cittadini delle località ospitanti che, nel 47% dei casi, partecipano attivamente. E, nel 13% dei casi, si attiva per partecipare anche chi non abita proprio nelle vicinanze. Di più: per il 22% il Giro rappresenta una scelta strategica e non un capriccio politico e genera un particolare senso di fierezza nei cittadini delle località ospitanti (nel 78% dei casi). Inoltre, la corsa rosa è considerata un'opportunità di crescita economica e culturale per il 77% dei rispondenti, consente di portare nelle località un grande numero di giornalisti (per il 38%), migliorando allo stesso tempo l'immagine della località (per il 70%). Dal punto di vista politico, il Giro d'Italia viene considerato un investimento per l'intera comunità perché consente di far apprezzare ai visitatori la qualità dell'organizzazione delle istituzioni locali (per il 68%), rappresenta un'opportunità per gli imprenditori locali (57%), non determina un aumento di prezzi nella località ospitante (22%) a differenza di quanto accade solitamente per altri eventi simili.

Lo sport è anche e soprattutto un'attività sociale, emotiva, educativa e anche divertente. Il ciclismo è pieno di valori positivi che gli appassionati e gli spettatori di una tappa possono vivere grazie al Giro, nonostante i recenti scandali legati al doping. Interessante la conferma ricevuta dalla ricerca che riconosce al Giro i seguenti valori: competizione, rispetto, impegno, spirito di squadra e fatica. Tralasciandone altri come: solidarietà, salute, onestà e amicizia. I valori sono alla base di ogni processo di aggregazione e ciò aumenta la rilevanza della misurazione non economica degli impatti di un evento sportivo.

Insomma, il ciclismo su strada ha la possibilità di interagire direttamente con il territorio. Per questo i comuni sono invitati a progettare la propria tappa, sono incoraggiati a selezionare obiettivi che non hanno una natura economica. Occorre saper combinare i valori del Giro e della tappa con quelli del territorio ospitante e organizzatore. Individuare pochi ma rilevanti obiettivi dell'impatto auspicato, ricercare il consenso nella comunità, misurare il ritorno dell'investimento, con la consapevolezza di poter valorizzare il proprio territorio attraverso lo sport. Il Giro si presta a promuovere la bicicletta quale mezzo di trasporto ecologico (per il 51% dei rispondenti) ma è anche un facilitatore che rende tutti contenti migliorando e sistemando le strade (per il 53%) per la gioia anche di chi non ama la bicicletta.