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Embarghi e isolamento fanno il gioco dei dittatori

, di Ian Bremmer - consulente internazionale di political risk e presidente di Eurasia Group
Chi riuscirà per primo a tenere l’Iran lontano dal mondo: il Dipartimento di Stato Usa o i Guardiani della rivoluzione?

Nel dicembre 2006, il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha messo al bando la musica occidentale dalle radio e dalle televisioni di stato. Nel maggio 2007, il suo governo ha ufficializzato un progetto che nel giro di due anni dovrebbe portare da 50 a 300 il numero delle stazioni volte a impedire la ricezione nel paese delle trasmissioni satellitari provenienti dall'estero. Due settimane dopo, il segretario di Stato statunitense Condoleezza Rice ha minacciato di "isolare l'Iran dalla comunità internazionale". Chi riuscirà per primo a isolare l'Iran, il Dipartimento di Stato o i Guardiani della rivoluzione? La domanda ci riporta al centro del tema dei fallimenti incontrati dalle politiche sviluppate dagli Stati Uniti nei confronti di un certo numero di regimi autoritari, fallimenti che risalgono ai tempi dell'embargo alla Cuba di Fidel Castro.

Washington ha anche minacciato di inasprire l'isolamento della Corea del Nord.Ma agitare nei confronti di Kim Jong-Il la minaccia dell'isolamento è come minacciare una persona che sta per annegare facendolasalire su una barca di salvataggio. Il dittatore per mantenere la presa sulle vite dei propri cittadini deve mantenerli isolati, sia dall'esterno sia l'uno dall'altro.

Stando a un articolo pubblicato nel marzo 2005 sul New York Times, quando in Cina a partire dal 2003 iniziarono a diffondersi massicciamente i lettori di Dvd , iniziò un notevole smercio di lettori per videocassette usati verso i nordcoreani che vivevano vicino alla frontiera. Per la prima volta, i nordcoreani avevano l'opportunità di vedere, tramite videocassetta, le soap opera sudcoreane, che in talune aree divennero così popolari da obbligare il regime a intimare alla popolazione di non adottare il linguaggio e le pettinature del paese confinante. I ripetitori per la telefonia cellulare collocati lungo la frontiera cinese hanno permesso a molti nordcoreani di utilizzare cellulari di produzione cinese per comunicare con famigliari (e giornalisti) residenti in Corea del Sud, e ha fatto venire loro l'idea di procurarsi anche apparecchi con dispositivo fotografico. Kim Jong-Il, preoccupato, non ha mancato di creare un apposito ufficio, nel novembre 2004, con il compito di affrontare il problema.

Sono fenomeni come questi, e non le minacce di isolamento agitate da Washington, a rappresentare per il regime nordcoreano la maggiore sfida di lungo termine.

Si avverte l'esigenza di un modello attraverso il quale comprendere il comportamento dei regimi autoritari, che sia in grado di rivelare le modalità attraverso le quali gli autocrati definiscono i loro interessi e come i responsabili della politica estera statunitense possano avvalersi delle energie scatenate dalla globalizzazione per aprire quei paesi al mondo esterno.

Si immagini un grafico in cui l'asse verticale misuri la stabilità di un paese e l'asse orizzontale la sua apertura economica al mondo esterno. Ogni stato si collocherà su un determinato punto del grafico. I vari punti, presi nel loro complesso, disegnano un modello molto simile a una lettera "J". I paesi collocati sulla parte sinistra della J sono meno aperti, quelli sulla destra sono più aperti. I paesi che si collocano sulla parte alta del grafico sono più stabili, quelli sulla parte bassa meno stabili. I paesi collocati sul lato destro della curva J sono collettivamente interessati ad accompagnare il movimento lungo la parte bassa della curva J degli stati che intraprendono la transizione verso il lato destro della curva stessa. Per svolgere tale funzione, è necessario che divengano consapevoli di come il più potente strumento per produrre un costruttivo e sostenibile cambiamento sia rappresentato dalla popolazione di quei paesi. Le strategie che aumentano presso i cittadini le possibilità di opporsi alle strutture autoritarie rappresentano dunque un fattore decisivo. Le istituzioni multilaterali incaricate di operare al servizio della stabilità globale devono ovviamente continuare a impegnarsi per la democratizzazione degli stati autoritari. Tuttavia si può tranquillamente affermare che per minare la stabilità del regime nordcoreano sul lungo periodo il ruolo decisivo sarà svolto dalla graduale penetrazione di Internet, dei telefoni cellulari, delle videocassette o di altri media.