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E' un sistema fondato sul non profit

, di Giorgio Fiorentini
Sono più di 70.000 le associazioni sportive e uno solo problema: il finanziamento

Lo sport non è solo evidenza mediatica, ma anche componente necessaria del capitale sociale delle comunità e dei territori. Spesso ci illudiamo che lo sport possa mantenere la sua pervasività solo tramite i grandi club, mentre la condizione necessaria e il vero zoccolo duro carsico è rappresentato dallo sport dilettantistico, dalle associazioni sportive non profit affiliate alle federazioni sportive e agli enti di promozione sportiva.

Circa 70.000 associazioni o organizzazioni sportive non profit reggono il sistema sportivo in Italia e sono il bacino dove lo sport d'élite pesca i suoi protagonisti. Nel 2006 erano circa 17 milioni gli sportivi che a vario titolo praticavano l'attività saltuariamente o con continuità, poco meno del 30% del totale della popolazione. Di questi più di 11 milioni (il 20%) lo fanno regolarmente, mentre più di 16 milioni di italiani non praticano nessuna disciplina ma svolgono comunque attività fisica. Le famiglie spendono più di otto miliardi di euro per lo sport e 5,5 milioni di famiglie sono abbonate a canali televisivi sportivi. Lo sport rappresenta il 2,7-3% del pil: cifre significative per la ricchezza del nostro paese. Per sostenere queste cifre c'è però bisogno di risorse (finanziarie e di funzionamento) e lo stato arretra: tutti i numeri delle spese per lo sport gestite dallo stato centrale, da regioni-province e comuni, sono in netta flessione. In una ricerca del Censis-Coni (novembre 2008), il campione significativo delle circa 70.000 associazioni sportive coglie, come secondo elemento ostativo al successo, la difficoltà di trovare nuove forme di finanziamento e reputa che fattore di vincolo allo sviluppo è la difficoltà a reperire sponsor, contributi e sovvenzioni pubblici. La sfida è fare fund raising di successo nei confronti dei cittadini, altrimenti lo sport in Italia avrà difficoltà a sopravvivere. È necessario che le associazioni sportive dimostrino il valore aggiunto sociale ed economico che esse sviluppano e quindi offrano la motivazione per realizzare campagne di fund raising ad hoc. Fintanto che esse giocano un ruolo imitativo in miniatura rispetto alle grandi squadre (spa e srl che peraltro versano in situazioni economiche finanziarie spesso fallimentari e poco trasparenti) non riusciranno a trovare nella comunità territoriale una fonte di finanziamento diffuso. Devono dotarsi di linee di raccolta di risorse con scelte di direct marketing (direct mail, telemarketing, raccolta risorse face to face, campagne per il 5 per mille, sms solidali per il sostegno alla propria attività sportiva ecc.) nei confronti della comunità di riferimento. I dati Nomisma ci indicano che il 64% del funding del non profit sportivo ha come fonte le famiglie e solo il 4,4% deriva da fondi pubblici. Se poi entriamo nello specifico degli enti di promozione sportiva il finanziamento deriva per il 49,3% dalle quote associative e dal tesseramento mentre dagli enti locali si trasferisce solo il 4,1%. Quindi l'uso di strumenti di fund raising selettivi, personalizzati e a forte coinvolgimento personale, come il telemarketing, è un "dover essere" dell'impresa sociale sportiva e non profit. A questa impostazione si aggiunge la relazione di funding con le banche dedicate al non profit. A questo proposito si ricordano Banca Etica, Banca Prossima-GruppoIntesa, Genius Universo Non Profit del gruppo Unicredit e le Bcc che esprimono prossimità rispetto alla domanda di finanziamento sportivo. Ed è indispensabile fare campagne di reclutamento di volontari che offrono il loro tempo. Senza volontariato sportivo il tessuto connettivo dello sport non regge. Con un avvertimento, però: il modello tradizionale di conduzione della società sportiva legato al solo volontariato deve essere integrato con lo sviluppo di un management associativo retribuito. Le associazioni sportive "polvere" devono aggregarsi e costituire aziende sportive non profit ove si possano assumere manager specializzati nello sport evitando di continuare nella scelta di dirigenti cooptati e senza preparazione specifica. Un nuovo contesto con opportunità e vincoli per il non profit sportivo: se non si accetta la sfida si cade nell'asfissia finanziaria.