Donne fuori dai cda, non e' solo un problema loro
La femminilizzazione del mercato del lavoro è una delle trasformazioni sociali più profonde della seconda metà del XX secolo. L'evoluzione dei significati e delle motivazioni che hanno guidato l'accesso delle donne al mercato del lavoro si accompagna però a una fotografia ancora relativamente statica delle posizioni e dei ruoli occupati dalle donne. Basti pensare che su 4.395 board member dei cda delle società quotate in Borsa Italiana, le donne sono solo 307 (6,9%) ed in maggioranza appartengono alla famiglia proprietaria dell'azienda (Consob, 2009).
A fronte di questa fotografia, numerose ricerche a livello macroeconomico testimoniano che il ruolo attivo delle donne nell'economia, nella politica e nella società è un fattore che agevola lo sviluppo economico dei paesi, come affermato dal Nobel per l'economia Amartya Sen. Inoltre a livello organizzativo, la presenza di donne nei luoghi decisionali, nei board aziendali e istituzionali, viene associata a migliori performance misurate dagli indicatori finanziari e di business (Cerved, 2009; McKinsey & Company, 2009). La partecipazione femminile in funzioni di governance e direttive non è quindi più relegabile a un problema delle sole donne, di pari opportunità, di giustizia sociale e neppure di formale buonismo, ma diventa un fattore di limitazione della qualità dello sviluppo nella sua globalità. Parlare di leadership al femminile vuol dire riconoscere le differenze e in particolare quelle legate al genere. Vuol dire superare il paradigma dell'uguaglianza per dare voce a un modello di leadership più ancorato ai tratti distintivi della femminilità. Per quale motivo allora non si trasforma questa consapevolezza in un piano di azione in cui possano trovare voce istanze politiche, sociali e organizzative?Di fatto, la cultura organizzativa privilegia ancora valori legati all'efficienza, alla competitività spinta, all'indipendenza e tende a svalutare forme diverse di espressività legate più all'intelligenza emotiva, all'intuizione, alla collaborazione, all'interdipendenza.Trattare il tema della leadership al femminile implica quindi l'affrontare due aspetti profondamente intrecciati ma che richiedono approcci e misure applicative distinte e specifiche. Da un lato, è necessario incrementare la presenza delle donne agevolando con programmi istituzionali il loro sviluppo di carriera: si tratta di accelerare un processo di cambiamento in atto, ma che rischia di essere bloccato da una cultura ancora orientata alla difesa dello status quo. In fondo, si dice, le donne non sono presenti o per carenza di merito o perché la conciliazione di carriera e famiglia impone loro delle scelte aut aut, giustificando quindi il modello di gestione attuale come il più efficace possibile. La situazione economica è una testimonianza concreta di come invece sia necessario mettere in discussione l'attuale modello di gestione e di governance. Dall'altro, è necessario promuovere un cambiamento culturale che renda lecita l'espressione di modelli di leadership che rispecchino il talento femminile.Da questo punto di vista è importante supportare le donne perché trovino una piena ed efficace realizzazione delle proprie capacità all'interno di un iter di carriera sostenibile. Significa lavorare su due fenomeni: l'autoesclusione da posizioni di leadership perché le barriere e la fatica spesso superano la passione; la perdita dell'identità femminile da parte di donne che arrivano al potere e tendono ad omologarsi al modello culturale riconosciuto dalla maggioranza. La capacità di leadership, nel femminile, oggi è bloccata sia dal sistema che la rende impossibile, sia dalle donne stesse che, sentendosi scoraggiate e inadeguate, spesso si ritirano. Un'ultima considerazione: il tema della leadership al femminile è affrontato con programmi associativi, di mentoring, coaching, da donne e per le donne. È necessario che queste tematiche vengano invece affrontate e gestite dall'intera comunità manageriale, non solo con atti sporadici di presenzialismo istituzionale ma con azioni concrete e tangibili.