Contatti

Classica o moderna, purche' sia danza

, di Davide Ripamonti
Ottavio Taddei, laureato Des, è oggi un affermato ballerino professionista, alle prese con un ambiente che, visto dall'interno, è spietato e competitivo. Ma anche ricco di opportunità

Ha lavorato con Riccardo Muti e Pier'Alli, all'Opera di Roma, in Mosè e il Faraone e, sempre a Roma, in Romeo e Giulietta diretto da Carla Fracci; ma si è anche esibito davanti a 20 mila persone, a San Siro, nella prima del musical ispirato ai Promessi Sposi, con la direzione di Michele Guardì. Ballerino classico e moderno, Ottavio Taddei, 27 anni, di Bologna, laureato triennale in Discipline economiche e sociali alla Bocconi, ha messo da parte "forse momentaneamente", dice, il sudato pezzo di carta per provare a sfondare nella danza, sua grande passione divenuta lavoro. "Ho iniziato tardi, a 17 anni, avvicinandomi per primo al modern jazz. Non pensavo, allora, che sarebbe diventata la mia professione".

Dopo i primi approcci, quando la vita era una continua corsa tra lezioni, ore dedicate allo studio e il resto del tempo consacrato alla danza, Ottavio passa al classico, alla scuola di Prisca Picano, a cui deve molto: "Io sono stato fortunato, perché in Italia per aprire una scuola di danza serve un titolo, ma poi l'insegnamento può essere praticato da chiunque e il rischio di trovare insegnanti poco preparati è molto alto". Con effetti negativi sulla futura carriera, "cosa capitata a molti", dice amaramente. Dopo il periodo milanese, nel quale l'amore per la danza è aumentato a tal punto da "cambiare le priorità", Ottavio si trasferisce per alcuni mesi, intervallati da brevi ritorni in Italia, a New York, dove vive e studia suo fratello. Un periodo particolarmente importante della sua vita. "Ci sono ottime scuole e ottimi docenti a New York, tra questi ricordo soprattutto David Howard e Kat Wildish, ma, soprattutto, ho conosciuto una ballerina messicana che poi è diventata mia moglie".
Fare il ballerino professionista è un mestiere duro, sei o sette ore al giorno di allenamenti, molto studio e molta disciplina, soprattutto quando ti avvicini al classico in età adulta, con il corpo ormai formato. In cambio, tante audizioni, moltissima concorrenza e guadagni modesti. Frustrazioni, "come quando sei scartato dopo un'audizione di un minuto in cui non puoi mostrare nulla", ma anche gioie, "come venire chiamati da Christoph Ferrari a Firenze e la magnifica opportunità dei Promessi Sposi, tra Milano e Agrigento, con l'esperienza unica di San Siro, una platea che normalmente un ballerino non ha". Il tutto tra continui viaggi, compensi che arrivano in ritardo e una vita privata che non può non risentirne.Un'instabilità che porta Ottavio a riflettere sul suo futuro, che vorrebbe nel mondo dello spettacolo, "anche se non escludo un ritorno all'università per una specialistica o un master", dice, "benché mi terrorizzi l'idea di entrare in competizione con colleghi di una decina d'anni più giovani".
A breve, però, Ottavio sarà nuovamente in partenza, destinazione Qatar. "Farò parte di uno spettacolo, curato dal coreografo Gino Landi, denominato Secrets of the sea, allestito in occasione del Festival del mare che vuole celebrare l'Unità del paese. Una decina di rappresentazioni, dal 5 al 27 marzo, nelle quali saremo circa 60 ballerini".Un'opportunità di carriera e di guadagno, "perché lì i soldi ci sono, mentre in Italia scarseggiano e devi scendere a compromessi. Qui se vuoi guadagnare devi andare in tv, ma, almeno per me, è un'esperienza priva di stimoli".