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Chi studia le politiche per l'innovazione?

, di Elio Borgonovi - ordinario di economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche alla Bocconi e delegato del rettore alla disabilita'
Ricerca: ospedali, imprese e università per la prima volta insieme grazie all'Ehti

In passato il sistema di tutela della salute è stato caratterizzato da una netta suddivisione di ruoli. A ospedali e altri enti pubblici e privati era attribuita la funzione di erogazione di servizi adeguati al miglioramento dello stato di salute della collettività, alle imprese dei settori collegati la produzione di beni utili per i processi assistenziali, al mondo della ricerca il progresso delle conoscenze di tipo scientifico e di tipo economico-manageriale al fine di assicurare il migliore uso di risorse limitate.

Sebbene negli ultimi anni il mondo scientifico abbia riconosciuto come l'introduzione e diffusione delle innovazioni tecnologiche costituisca uno dei fattori determinanti la crescita della spesa sanitaria ma anche il miglioramento dello stato di salute dei pazienti, a oggi sono ancora limitati gli studi che analizzano l'impatto delle politiche adottate nel campo delle tecnologie mediche, specialmente in raffronto con la produzione esistente sul settore del farmaco.

Dalla volontà di colmare questo gap nella letteratura scientifica e creare un terreno fertile per la collaborazione tra i tre mondi sopra menzionati è nato lo Ehti, European health technology institute for socio-economic research, istituto di ricerca europeo costituito come network tra accademia, industria e policy maker e finanziato da Eucomed, associazione europea delle imprese produttrici di dispositivi medici. I centri di ricerca (London school of economics, Politecnico di Berlino e Cergas Bocconi) sono stati individuati sulla base di rigorosi parametri in funzione della loro capacità di meglio interpretare le tendenze sugli aspetti sociali ed economici con riguardo allo specifico settore delle tecnologie sanitarie.

Nel primo anno l'attività svolta ha previsto la comparazione dei sistemi di finanziamento di alcuni dispositivi medici in sei paesi europei. Il team Bocconi, in particolare, si è occupato di analizzare il sistema italiano e quello spagnolo. I risultati hanno dimostrato come negli ultimi anni i governi europei abbiano posto una crescente attenzione alla definizione di politiche per il settore delle tecnologie, adottando soluzioni che controbilanciassero il diritto di pari accesso alle cure e l'esigenza di contenimento della spesa sanitaria. Paesi quali l'Italia e la Spagna, seppur fondati su sistemi sanitari simili caratterizzati da forti processi di decentralizzazione, hanno variamente regolato le politiche nazionali di rimborso, copertura e acquisto delle stesse. In Italia, in particolare, il rapporto tra erogatori e fornitori è stato caratterizzato da dinamiche di aggregazione della domanda dei processi di acquisto e di regolazione del sistema di prezzi, mentre gli attuali meccanismi di rimborso, in particolar modo i sistemi prospettici impiegati per i dispositivi in regime di ricovero, non paiono ancora pienamente adeguati a favorire l'innovazione.

I risultati della ricerca saranno diffusi anche durante l'incontro italiano che sarà promosso dalla Bocconi il prossimo 14 luglio e che avrà per titolo: Le politiche del rimborso, copertura e acquisto dei dispositivi medici. Quale futuro si delinea per Italia?. In questa occasione saranno messe a confronto le prospettive dei diversi stakeholder al fine di discutere e promuovere, sulla base di evidenze empiriche, l'adozione di politiche che possano garantire l'accesso all'innovazione e la sostenibilità dei sistemi nel loro complesso.