Che brutta parola
Un richiamo deciso alla punizione dei dipendenti pubblici che "nulla fanno", quando dovrebbero e potrebbero contribuire con il loro lavoro, può essere utile sul piano concreto e simbolico. Ma, a mio avviso, non utile e anzi dannoso è il ricorso alla delazione, che è concetto ben diverso da denuncia. Secondo il Devoto Oli (Il dizionario della Lingua Italiana edizione 1990), il delatore è chi per lucro, per vendetta, per servilismo, denunzia segretamente altri a una autorità; specialmente giudiziaria, militare o politica. La delazione è pertanto un atto che riflette un sentimento diverso dal perseguimento dell'interesse comune e che, come dovrebbero ben sapere gli studiosi di gestione del personale, può minare le relazioni sociali alla base del buon funzionamento delle istituzioni. Condivido gran parte dell'articolo di Massimo Pilati per quanto riguarda la necessità di dare dignità al lavoro del dipendente pubblico tramite progetti coraggiosi di change management, ma trovo un po' inquietante fare riferimento alla delazione che, come ci dice chiaramente la lingua italiana e non solo il linguaggio della mala, suppone una finalità negativa da parte di chi la pratica e promuove.
Giovanni Fattore Professore di Management Pubblico Dipartimento di Analisi Istituzionale e Management Pubblico