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Brunetta all'estero

, di Davide Galli - SDA assistant professor di public management and policy
Come trattano la trasparenza d'informazione e la misurazione delle performance le p.a. di altri paesi

Con il D. Lgs. N. 150 del 2009, la Riforma Brunetta, le amministrazioni pubbliche italiane hanno riscoperto che misurare la propria performance è non solo utile e complesso, ma soprattutto necessario. Anomalie del sistema amministrativo italiano, che amministrazioni tanto complesse come un Ministero, o una Regione, debbano essere spinte a dotarsi di strumenti di misurazione della performance per decreto. Ma la situazione di partenza non è delle più entusiasmanti. Tanti soggetti, poche informazioni e un'opinione piuttosto diffusa, tra cittadini e imprese, che le amministrazioni pubbliche, quelle centrali in particolare, spendano soldi senza chiarire facendo cosa.

Nel corso del 2010 una ricerca condotta per conto della Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione ha messo in evidenza se e quanto tale situazione sia comune ad altri paesi, osservando in particolare altre sette nazioni Ocse. Si è analizzato se i documenti predisposti da una selezione di tre amministrazioni pubbliche in ciascuno dei sette paesi scelti fornissero elementi sufficienti a identificare cosa fanno e come misurano la performance queste amministrazioni. I documenti dei ministeri dell'Ambiente, dei Trasporti e dell'Interno di Australia, Canada, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti, sono stati analizzati prendendo a riferimento gli otto ambiti del sistema di misurazione della performance organizzativa delineati all'art. 8 della riforma. L'esito dell'analisi è risultato molto variabile. Riguardo alle politiche pubbliche, in tutti i paesi sono disponibili documenti che contengono obiettivi e associano a tali obiettivi indicatori. Per i programmi di carattere più operativo lo scenario si complica e talune amministrazioni non rendono disponibili tali informazioni, così in Germania e sorprendentemente anche in Gran Bretagna. Rispetto all'ambito della customer satisfaction, la pratica di valutare la soddisfazione degli utenti e renderne pubblico l'esito risulta ancora appannaggio esclusivo dei paesi anglosassoni. La medesima considerazione vale nel caso dello sviluppo delle relazioni con i cittadini e i portatori di interesse: Australia, Canada e Stati Uniti dedicano specifici documenti e indicatori a questi elementi mentre nei paesi europei il tema non viene formalizzato. La misurazione della qualità delle prestazioni è molto rilevante nel caso delle amministrazioni della Gran Bretagna mentre in tutti gli altri casi viene lasciato uno spazio secondario. La parte della cenerentola spetta alle pari opportunità: solo in Australia e Gran Bretagna il tema è rilevante e misurato. La sfida che il D.Lgs. n. 150 del 2009 pone alle amministrazioni italiane appare dunque molto complessa. L'analisi evidenzia come i sistemi di misurazione della performance nei sette paesi analizzati presentino due ordini di gap. Un gap relativo all'ampiezza degli ambiti di performance misurati. E un gap relativo alla profondità, alla misurazione cioè della performance realizzata in collaborazione con altri soggetti e livelli di governo. Così, i sistemi di misurazione delle amministrazioni tedesche risultano carenti, ma ciò sorprende meno quando si considera che la struttura federale di tale paese assegna ampi livelli di autonomia ai propri Land.