Antitrust, la terza via
L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha una storia più che ventennale, un lasso di tempo tale da poterne valutare in prospettiva l'operato. Nell'ultimo decennio, assestatisi la struttura dell'organizzazione e il metodo di lavoro, l'Antitrust ha visto un progressivo allargarsi delle proprie competenze nel campo del conflitto di interesse e della difesa dei consumatori. Da questo punto di vista il passaggio più delicato e potenzialmente più distorsivo rispetto alla natura di un'Autorità della concorrenza è stata l'assegnazione nel 2004 delle competenze in materia di conflitto di interessi, materia assai lontana dalla disciplina della concorrenza e in grado di esporre l'Autorità a forti pressioni politiche. L'intervento a difesa del consumatore, che rappresenta uno dei tratti più marcati della presidenza Catricalà (conclusasi nel novembre 2011), rientra invece in pieno nei compiti che altre agenzie europee e americane seguono, ma ha assunto nel caso italiano un'importanza e una priorità rispetto ai più tradizionali terreni di intervento antitrust che non sempre si ritrovano all'estero.
Nel 2006, inoltre, l'Autorità ha potuto avvalersi di nuovi e più incisivi strumenti, recepiti nella normativa italiana dai regolamenti europei. Tra questi nuovi strumenti si possono citare i programmi di clemenza, attraverso cui la sanzione viene ridotta alle imprese che collaborano nelle indagini in materia di cartelli. I Leniency program sono stati il cavallo di battaglia nella lotta ai cartelli negli Stati Uniti e in Europa, consentendo di individuare e condannare molti cartelli. Il caso italiano, a oggi, vanta invece un numero limitato di successi, segno forse di una solidità delle intese collusive che in altri paesi è stata invece intaccata da questi strumenti premiali. L'altro strumento introdotto nel 2006 riguarda la possibilità di accettare impegni, da parte delle imprese coinvolte in indagini antitrust, che siano in grado di eliminare gli effetti lesivi della concorrenza, a fronte di un'interruzione della procedura e della non emissione di una decisione e di una sanzione.
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Michele Polo |
Questo strumento ha rappresentato, assieme alle misure di protezione dei consumatori, il tratto più marcato della presidenza Catricalà, nel cui periodo numerosi casi, al di là dello spirito originario dello strumento, sono stati gestiti attraverso la sottoscrizione di impegni, rendendo poco trasparente l'intervento e riducendone la capacità di deterrenza. Dal nuovo presidente Giovanni Pitruzzella ci si attende in qualche misura un ritorno ad alcuni caratteri della presidenza Tesauro, il predecessore di Catricalà, che aveva fatto della gestione aperta e approfondita dei casi e di un uso incisivo e coraggioso delle sanzioni il proprio tratto distintivo. Alcuni primi segnali sembrerebbero andare in questo senso, dalla presa di posizione netta in casi delicati come quello Alitalia o Fonsai alla decisione di dare un peso maggiore al ruolo dell'analisi economica con la creazione di un ufficio del chief economist, ruolo consolidato in molte agenzie estere. Assieme a una maggiore attenzione ai rapporti con le altre Agenzie europee e americane, tra cui il ruolo un tempo brillante dell'Autorità italiana si è andato progressivamente appannando. In questa prospettiva, anche il confronto con il mondo dell'accademia nelle diverse competenze economiche e giuridiche che operano in campo antitrust potrà essere un terreno di utile incontro.