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Anch'io canto: "I'm just a (financial) gigolo..."

, di Paul De Sury - ordinario di economia degli intermediari finanziari all'Univeristà di Torino e visiting professor alla Bocconi
La carta stampata contro i consiglieri indipendenti nei cda. I professori come Richard Gere?

Il Corriere Economia ci rivela che la maggior parte dei consiglieri indipendenti nei consigli di amministrazione sono professori universitari. Dovrebbero essere meno, secondo Giovanni Tamburi ("Basta professori nei cda", Corriere Economia, 1/10/07). Sono assolutamente d'accordo, almeno fino a quando non mi inviteranno a entrare in uno molto remunerativo. Poi, sempre sul Corriere (6/10/07), leggo che secondo Guido Rossi questi consiglieri indipendenti "si sono spesso rivelati dei financial gigolo". Urca! Eseguo il più banale dei sillogismi e mi ritrovo gigolo a cinquant'anni suonati. Fantastico. Mi permetto solo di omettere il financial perché mi sembra ridondante: non viviamo in un'economia di baratto e quindi ci si vende generalmente per soldi. Però mi gonfio di vanità all'idea di essere diventato un cocktail fra Richard Gere (l'American Gigolo del film dei suoi esordi) e Michael Douglas (Il Gordon Gekko di Wall Street). Domani corro a farmi stampare dei biglietti da visita con la nuova qualifica bene in evidenza. Non vedo l'ora di darne uno a mia mamma che si ostina a pensare che faccio l'intellettuale.

"Tiny" Rowland, Ceo di Lonrho, aveva definito i non-executive director "Christmas tree decorations". Jack Welch, su Il Mondo (3/11/07), li divide in cinque categorie: scansafatiche, bandiera bianca, sottobanco, ficcanaso e fanfaroni. Senza dimenticare il vecchio Marx che, nel Capitale, definisce i consiglieri economici "pugilatori a pagamento". In questo florilegio di complimenti, gigolo mi sembra una vezzosa lusinga.

Devo però prepararmi bene per questo nuovo aspetto della mia carriera che ho fino a oggi colpevolmente trascurato. Comincerò dall'abbigliamento (avrei voluto partire dall'acconciatura ma non c'è molto su cui lavorare). Come si veste uno gigolo per sedurre un consiglio di amministrazione? Stavo pensando a un gessato con la camicia aperta fino all'ombelico per mostrare il catenone d'oro che adorna il petto villoso. Ma la cravatta dove la sistemo? Altro problema: devo invitare tutti gli altri consiglieri a cena insieme o uno per uno? E come gli faccio capire con eleganza che il conto del ristorante lo devono pagare loro?

Ma forse mi sto ponendo troppo presto problemi operativi. Prima devo entrare nel giro. Un tempo bastava disporre dei requisiti di rispettabilità e di onorabilità. Oggi temo sia più complesso. Mi ricordo che Richard Gere, nei panni dello gigolo Julian Key, passava ore in palestra ad affinare la muscolatura. Non è che adesso dovrò aggiungere una foto in costume da bagno al curriculum?

Desidero inoltre conoscere il punto di vista delle amministrazioni locali sulla mia nuova professione. Con il proliferare di provvedimenti anti-lucciole, non vorrei che mi fotografassero la targa della macchina il giorno delle assemblee degli azionisti. O che giungessero a costruire un muro in Piazza della Scala, come quello proposto a Padova, per impedirmi di accedere alle sedi sociali.

Ho paura che sia una carriera più impegnativa di quanto avevo previsto. Senza contare il rischio di contrarre qualche brutta malattia. Non è però il caso di prendersi troppo sul serio. Louis Prima, autore di Just a gigolo, lo aveva intuito: sulla tomba si era fatto iscrivere come epitaffio il suo verso "When the end comes / I know / They'll say / Just a gigolo / As life goes on without me".