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Alla ricerca di un obiettivo comune

L'uomo si abitua a tutto, recita un antico - ma neanche tanto - adagio. Una delle teorie alternative sull'origine dell'uomo, parla della coscienza umana come di una degenerazione, una qualità non prevista, una funzione inutile dal punto di vista del percorso evolutivo descritto da Darwin. E oggi, come mezzo milione di anni fa, se la priorità dell'uomo ridiventa la sopravvivenza, avere una coscienza non aiuta, non serve. Non aspettiamoci dal popolo più di quello che può dare. Il risveglio delle coscienze dovrebbe essere appannaggio della classe intellettuale del nostro Paese, che invece è serva delle degenerazioni sopracitate al pari di chi le sta subendo; gli unici output - per usare un termine caro ai cervelloni - concreti di una corrente contro, provengono da gente come Grillo, che viene emarginata dalla risacca politica nel limbo dei fenomeni popolari, o da libri come Gomorra, La Casta, Spingendo la notte più in là, che rimangono sospesi come le denunce contro ignoti (!). Su questo treno in corsa verso il baratro siamo tutti passeggeri, non c'è nessuno alla guida, questo è il problema. Il vero dramma è che tutto è solo retorica. Tutte le parole lasciano il tempo che trovano. Non per essere polemico - trovo che il discorso del professor Bertolini sia assolutamente da condividere per il buon senso e la lucidità, il discorso sulle piazze vale come provocazione ma è ovviamente inattuabile nelle Grandi Aree Metropolitane (probabilmente nei piccoli centri le piazze assolvono ancora al loro compito primordiale) e i centri commerciali sono l'espressione di un'esigenza commerciale appunto, non credo abbiano sostituito le piazze, semmai possono essere surrogati delle piazze i forum, le community, ecc. - ma la questione, al di là dei "non c'è più religione", dei "non ci sono più le mezze stagioni", dei "si stava meglio quando si stava peggio" e dei mille altri luoghi comuni che sintetizzano e stigmatizzano le degenerazioni della società odierna, è che non c'è fine al peggio. E visto che giriamo intorno ad un'utopia, vi lancio un invito che è anche una speranza, perché in fondo sono un inguaribile ottimista: chi è a contatto con le generazioni future, chi ha la possibilità di contribuire alla formazione di queste benedette coscienze alla Bocconi - o in qualsiasi altro luogo atto all'insegnamento - , persegua un vero ideale, o se ne inventi uno. C'è bisogno di un vero obiettivo comune che muova davvero le masse, non di quelle ******* contenute nei programmi politici che invece continuano ad offendere l'intelligenza umana. Oppure si salvi chi può.