Un’orchestra per Marco
A poco più di sei anni ha dovuto prendere la prima decisione importante della sua vita. Marco Budano, avviato dai genitori allo studio della musica classica, dopo aver ascoltato un cd ha infatti deciso che il violoncello sarebbe stato il suo strumento. E mai decisione, nonostante la giovane età, si è rivelata più assennata. Marco, 20 anni, iscritto in Bocconi al corso di laurea in giurisprudenza, è infatti un giovane e affermato violoncellista, prossimo al diploma del Conservatorio che conseguirà a settembre. "Sono anche al quarto anno di composizione", dice Marco, l'aspetto maturo di chi sul palco è abituato a governare le proprie emozioni, "e faccio parte di un quartetto, il Quartetto Aurora, con il quale abbiamo vinto vari concorsi in Germania (Marco ha frequentato la scuola tedesca) e in Francia".
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In concerto |
Il violoncello è per Marco un lavoro, oltreché una passione, per ora poco remunerativo ma che comporta grande impegno soprattutto se, nel contempo, si deve portare avanti anche la carriera universitaria: "Studio musica tre ore al giorno, poi c'è l'università. Faccio anche tre, quattro concerti al mese, con la speranza, una volta conseguito il diploma, di entrare in una grande orchestra; è questo il passo decisivo che può dare impulso alla mia carriera". Vita sociale ridotta ai minimi termini, spiega sorridendo Marco, ma non si tratta di una rinuncia, la musica è il suo destino fin da piccolo, "anche se", confessa, "quando ho iniziato le scuole superiori ho avuto per un attimo la tentazione di smettere. Troppi gli impegni, le richieste di ogni tipo che incominciano ad arrivare a quell'età. Ho vissuto una piccola crisi". Superata, però, con la consapevolezza di avere un futuro. E, nel contempo, la scelta di frequentare la Bocconi "per avere un'alternativa sicura nel caso la carriera musicale non dovesse decollare".
La passione di Marco per la musica è però tale che ha deciso di avviare un ambizioso progetto, la costituzione di un'orchestra di musica classica in Bocconi, dove già esistono un affermato coro e un sestetto jazz di grande livello, la Bocconi jazz business unit."La base minima per allestire un'orchestra sono 12 elementi", spiega Marco, "otto violini, due viole e due violoncelli. Tutto quello che verrà in più sarà bene accetto".L'impresa non è semplice, i musicisti dovranno infatti essere di livello "compatibile" affinché l'orchestra risulti omogenea, ma l'opportunità è di quelle da non lasciarsi scappare: "Costituire un'orchestra universitaria può dare molta visibilità, offrire l'occasione di esibirsi di fronte a un pubblico numeroso e quindi di farsi conoscere", dice ancora Marco, "anche i 'dilettanti' devono avere coraggio e farsi vedere, se c'è passione per la musica tutte le difficoltà si possono superare".Ma, soprattutto, la magica emozione che prende ogni volta che si sale sul palco e si guarda il pubblico (Marco ha suonato anche davanti a 1.500 persone): "Con l'esperienza impari a volgere in positivo tutta l'adrenalina che ti prende quando vedi la gente che è venuta appositamente per ascoltarti", racconta. "Perché ogni artista suona per il pubblico, per il piacere che riesce a procurare. Chi dice di suonare per se stesso fa solo filosofia, in realtà non è sincero".