Uno swing in technicolor
Tralasciando l'orario, le dieci e trenta, e il luogo, una comune aula Bocconi, per il resto tutto poteva far pensare a una performance in qualche famoso locale della Cinquantaduesima, a New York, a cavallo tra i Trenta e i Quaranta. Merito del Technicolor swing trio, il terzetto composto dal batterista Christian Meyer, dal clarinettista Alfredo Ferrario e dal pianista, e docente Bocconi, Paolo Alderighi, responsabile del modulo di storia della musica all'interno del Cleacc. Il trio, proprio su invito di Alderighi, ha tenuto oggi una lezione-concerto di due ore dedicata al repertorio di uno degli swing men per eccellenza, Benny Goodman. Una composizione minimale, solo clarinetto, tastiera e rullante, che ha permesso agli artisti e agli studenti di andare al cuore dell'esperienza sonora di questo genere musicale.
L'atmosfera si è scaldata immediatamente nell'alternarsi dei pezzi (si comincia con Air mail special) e delle riflessioni sulla storia degli strumenti portati in aula dal trio e su ciò che è lo swing. Meyer: "Lo swing è un tiro ipnotico che spinge a muoversi e non è un caso che origini dalla musica che in Africa induceva lo stato di trance. È come un treno che va a tutto vapore". E tale è stato questa mattina: in piena accelerazione con i divertissement di Alderighi, Ferrario e Meyer (strepitoso in I've found a new baby), ma capace di fermarsi per consentire agli studenti di saltare a bordo, grazie alla spiegazione della struttura armonica, della grammatica musicale, che lo alimenta. Un'esperienza per palati fini che ha rapito i bocconiani, tutt'altro che solo avvezzi, come vuole la tradizione, alle formule di econometria e al management.