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Sostegno per i bimbi sotto la media Ue

, di Francesco Figari - research associate presso il Centro Dondena Bocconi di ricerca sulle dinamiche sociali
Famiglia. I risultati di una nuova analisi condotta sui sistemi di 19 paesi europei

Il supporto pubblico alle famiglie con figli è tradizionalmente motivato da aspetti di equità ed efficienza, ossia dalla finalità di sostenere le spese per la cura dei figli, compensare i minori guadagni quando uno dei genitori smette, anche temporaneamente, di lavorare, ridurre il rischio di povertà dei bambini, promuovere uguali opportunità e assistere i genitori in percorsi di conciliazione tra il lavoro e la cura dei figli.

Se il sostegno monetario alle famiglie è una delle forme in cui il sostegno pubblico si concretizza (oltre ai servizi di cura), le sue modalità e i relativi effetti sono molto differenti tra i paesi dell'Unione europea e una loro corretta misurazione non è semplice. In un paper di prossima pubblicazione sulla rivista Social Science Computer Review viene proposto un nuovo indicatore che cerca di tenere in considerazione tutte le forme di supporto monetario per le famiglie con figli: trasferimenti monetari diretti, riduzioni di imposta, supplementi aggiuntivi ad altri trasferimenti (come i sussidi di disoccupazione, l'assistenza sociale o i contributi abitativi) al netto della tassazione dei trasferimenti stessi. L'analisi relativa a 19 paesi dell'Unione europea utilizza Euromod, un modello di microsimulazione fiscale per i paesi dell'Unione europea coordinato dall'Università di Essex (UK) e di cui l'Università Bocconi (con il centro di ricerca Econpubblica) è partner italiano. L'analisi comparativa permette di avere un quadro comprensivo di quanto le diversità istituzionali e socio-demografiche incidano sul benessere delle famiglie.In chiave comparativa, il nuovo indicatore mostra sostanziali differenze rispetto alle misure tradizionali basate solo sull'ammontare dei trasferimenti diretti ricevuti dalle famiglie che, in media, sottostimano il supporto totale di circa un quinto.E l'Italia è uno dei paesi in cui la differenza è sostanziale, dovuta com'è al ruolo preponderante delle agevolazioni fiscali, che nel nostro paese rappresentano circa la metà del supporto totale altrimenti elargito attraverso gli assegni famigliari.Tuttavia l'Italia, insieme agli altri paesi mediterranei, rimane uno dei paesi meno generosi: il supporto medio per ogni figlio è pari al 4% del reddito medio individuale rispetto a percentuali superiori all'8% nella maggioranza dei paesi europei.Ma l'ammontare complessivo del supporto pubblico non è l'unica criticità del nostro sistema: il ricorso alle agevolazioni fiscali sotto forma di deduzioni e detrazioni dall'imposta personale sul reddito non permette di ottenere un supporto pubblico indirizzato alle famiglie più povere in quanto le stesse non pagano sufficienti imposte per beneficiare delle agevolazioni. Il 10% delle famiglie più povere, dove risiedono circa il 15% dei figli a carico, riceve un supporto (attraverso gli assegni famigliari) inferiore alle famiglie più benestanti le quali beneficiano sia degli assegni famigliari che delle agevolazioni fiscali.Ammontare e distribuzione del supporto pubblico, hanno un effetto diretto sulla riduzione del rischio di povertà dei bambini: in Italia il 33% di bambini sarebbe a rischio povertà senza supporto pubblico e tale proporzione passa solo al 26% quando si considera il supporto ricevuto dalle famiglie. Una riduzione significativa ma che comunque non permette all'Italia di attestarsi ai valori medi europei.Tale dato nasconde un'altra peculiarità del nostro paese: la composizione delle famiglie italiane, la presenza dei nonni in molte di esse e la relativa generosità del nostro sistema pensionistico fanno sì che l'ammontare dei trasferimenti pubblici non diretti ai bambini (ad esempio le pensioni) sia superiore a quello dei trasferimenti concessi per la presenza dei bambini nelle famiglie stesse creando, anche da un punto di vista monetario, un legame tra generazioni che non favorisce processi di mobilità intergenerazionale.