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Dalla difesa della democrazia alla fiducia nei giovani, dal primato della conoscenza alla libertà di ricerca: le parole del rettore Francesco Billari all’inaugurazione dell’anno accademico 2025–2026. Interventi del presidente Andrea Sironi e della keynote speaker Nadia Calviño

Nel cuore del campus Bocconi, l’Anno Accademico 2025–2026 si è aperto con gli interventi del Presidente Andrea Sironi, del Rettore Francesco Billari, e della Presidente della Banca Europea per gli Investimenti ed ex Vicepresidente del Governo spagnolo Nadia Calviño, ospite d’onore della cerimonia. In un’aula magna affollata di studenti, docenti, alumni e ospiti nazionali e internazionali, l’inaugurazione si è trasformata in un momento di riflessione collettiva: su cosa significa oggi essere università, su quale debba essere il ruolo delle istituzioni accademiche in un tempo segnato da instabilità, crisi continue e scelte difficili.

“Indebolire la libertà accademica e limitare l’indipendenza delle università significa comprometterne le missioni essenziali: la ricerca, l’insegnamento e la capacità di contribuire al progresso della società”, ha sottolineato Sironi.

“Anche senza arrivare a misure drastiche, come il taglio dei fondi, quali effetti si producono sulla ricerca accademica, se i ricercatori si auto-censurano per evitare tematiche controverse? Come insegnare a studenti e studentesse il pensiero critico se l’università non è la casa del pluralismo e del confronto nella massima diversità di idee e di opinioni?”.

Con un’immagine evocativa – una clessidra che scorre silenziosa, senza allarmi, ma piena di conseguenze – Billari ha aperto la sua relazione con un messaggio diretto: “Viviamo in una condizione di permaemergenza, in cui le scelte strategiche vengono rinviate e la progettualità rischia di cedere il passo all’ansia del presente. Ma rinviare – oggi più che mai – è già una scelta, spesso sbagliata.”

L’università come infrastruttura della democrazia

Nel suo discorso, Billari ha richiamato un fenomeno che tocca ormai anche le democrazie mature: l’indebolimento della fiducia nelle università. Dalla censura dei programmi accademici e di ricerca negli Stati Uniti alle pressioni ideologiche in Europa orientale, l’attacco alla libertà di pensiero non è più un’eccezione.

“Quando si colpisce l’università, si colpisce la democrazia,” ha detto. “Perché è nelle università che si forma il pensiero libero, si difende il pluralismo, si sperimenta il dissenso argomentato. E la democrazia ha bisogno di tutto questo, oggi più che mai.”

La Bocconi, ha sottolineato, rifiuta il ruolo della “torre d’avorio” e si propone come attore pubblico: un luogo dove la conoscenza incontra la responsabilità e la libertà si traduce in impatto concreto.

Una comunità che sceglie di esserci

Il titolo dell’evento – Time to Make Choices. Think Responsibly, Act with Vision – è una dichiarazione d’intenti: scegliere di esserci oggi significa impegnarsi attivamente per la costruzione di un futuro più giusto, più aperto e più consapevole.

“Scegliamo ogni giorno come usare il nostro tempo: per la ricerca, per l’inclusione, per formare cittadini consapevoli. Ogni scelta ben fatta è un atto di fiducia nel futuro,” ha affermato il Rettore.

Un segnale forte viene anche dai numeri: le domande ai corsi di laurea triennali per il 2025–2026 segnano un nuovo record, con un aumento del 25% degli studenti internazionali. Oltre il 64% delle domande proviene dall’estero: Francia e Turchia restano i primi due paesi, ma per la prima volta gli Stati Uniti si collocano al terzo posto. L’internazionalizzazione è visibile anche nel corpo docente e nelle classi, con 120 nazionalità rappresentate.

Ricerca che conta, ricerca che impatta

Nel cuore della visione strategica dell’Università, che si rinnova nel Piano Strategico 2026–2030 in fase di finalizzazione, c’è la scelta di mettere la ricerca al centro. Non come esercizio autoreferenziale, ma come strumento per leggere il mondo, orientare le policy, rafforzare la cittadinanza.

“La scienza non avanza rincorrendo le mode, ma scegliendo strade inesplorate,” ha detto Billari, citando uno studio Bocconi pubblicato su Econometrica.

La Bocconi oggi può contare su 72 progetti finanziati dall’European Research Council dall’avvio del programma: 36 sono attualmente attivi, con 7 vinti solo nell’ultimo anno, in settori che spaziano dall’intelligenza artificiale alla matematica pura, dal mercato del lavoro allo sviluppo sostenibile.

Ma scommettere sulla ricerca, ha sottolineato il Rettore, significa anche investire nella formazione dei futuri ricercatori. È in quest’ottica che si colloca il rafforzamento della Scuola di Dottorato e l’avvio, dall’anno accademico 2026–27, di un nuovo PhD in Mathematics and Applications.

Pensato per attrarre talenti da tutto il mondo, il programma avrà una forte impronta interdisciplinare e teorica, e consoliderà la presenza della Bocconi nel campo delle discipline STEM. Si affiancherà ai cinque programmi già esistenti, ampliando le opportunità per una formazione dottorale di eccellenza capace di generare impatto duraturo nella scienza e nella società.

AI, salute, imprenditorialità: il sapere come leva di cambiamento

L’intelligenza artificiale è una delle sfide più importanti per la libertà delle nostre società digitali. La Bocconi la affronta con approccio interdisciplinare e responsabilità, attraverso l’AI Lab guidato da Riccardo Zecchina, che affianca ricerca teorica e applicazioni pratiche nei contesti educativi, manageriali e sociali.

In collaborazione con OpenAI, l’Ateneo è stato il primo in Italia – e tra i primi in Europa – a offrire accesso equo agli strumenti AI più avanzati a tutta la comunità. I primi progetti comuni includono l’uso di agenti intelligenti per testare teorie economiche e sociali, la misurazione di concetti astratti in testi e video, e la creazione di assistenti educativi personalizzati.

Un esempio di ricerca multidisciplinare è HEAL – Health Emergencies Analytics Lab, evoluzione del Covid Crisis Lab, che affronta temi globali di salute pubblica, prevenzione e resilienza. Coordinato da Alessia Melegaro, il laboratorio coinvolge tutti i dipartimenti Bocconi ed è finanziato dalla Fondazione Invernizzi.

Un’altra frontiera è l’imprenditorialità. Con la Tech Europe Foundation (TEF), nata in partnership con la Fondazione Politecnico di Milano e altri attori istituzionali, la Bocconi lancia TEF Ignition, programma che avvicina gli studenti al mondo delle startup e dell’innovazione. E dal 2026–27 partirà il nuovo MSc Innovation, Technology and Entrepreneurship, con un curriculum rinnovato e ancora più orientato all’impatto.

Un ruolo attivo nelle Olimpiadi

Nel 2026, Milano ospiterà i Giochi Olimpici e Paralimpici. La Bocconi sarà parte attiva dell’evento, grazie a un accordo con la Fondazione Milano Cortina 2026. Gli studenti già si stanno candidando come volontari (oltre 1.400 le adesioni), mentre la ricerca scientifica darà un contributo concreto attraverso uno studio guidato da Dino Ruta per analizzare impatti e legacy dei Giochi secondo le linee guida del CIO e dell’OECD. Contemporaneamente, l’iniziativa “Research in Motion” porterà nel campus attività fisica e divulgazione scientifica in un unico percorso interattivo, sostenuto da Regione Lombardia nell’ambito dei Giochi della cultura.

Fiducia nelle generazioni, senza retorica

Un passaggio centrale del discorso di Billari ha riguardato il patto tra generazioni, messo oggi in crisi da sfiducia, diseguaglianze, precarietà. L’Italia – ha ricordato Billari – è uno dei Paesi in cui si lavora meno a lungo pur vivendo più a lungo, si esce più tardi di casa, e le nuove generazioni faticano a costruire futuro. Eppure, mai come oggi, generazioni diverse convivono e devono collaborare. Per questo l’università deve diventare uno spazio di dialogo e co-costruzione, non solo tra studenti e docenti, ma tra saperi, esperienze, linguaggi.

“Ogni lezione è un atto di fiducia. Ma è anche una scelta: quella di non rinunciare alla complessità,” ha detto Billari.

In Bocconi, questo significa una didattica che integra aule e progetti reali, teoria e sperimentazione, ricerca e impatto sociale. Con oltre 14.000 professionisti formati ogni anno da SDA Bocconi e 2.600 studenti coinvolti in programmi internazionali, l’Ateneo costruisce ogni giorno ponti tra conoscenza e azione.

Una comunità che si allarga: alumni, donatori, imprese

Con oltre 146.000 alumni nel mondo e più di 3.000 donatori attivi solo nel 2024, la Bocconi è oggi un crocevia globale di idee, energie e competenze. È una comunità viva, che cresce e si trasforma, ma che resta unita da un’idea condivisa: restituire valore, generare futuro, investire nella conoscenza come bene comune.

Tra i momenti più sentiti della cerimonia, il ricordo dello storico della Bocconi Achille Marzio Romani, recentemente scomparso, e la consegna dei riconoscimenti della Bocconi Alumni Community 2025, che celebrano l’impatto di chi, con il proprio lavoro, contribuisce a migliorare la società:

  • Elena Goitini, CEO di BNL e Country Head per l’Italia del Gruppo BNP Paribas, è stata premiata come Alumna dell’Anno
  • Alisée de Tonnac, Co-fondatrice e co-CEO di Seedstars, come Emerging Leader
  • Adama Sanneh, Co-Fondatore e CEO della Moleskine Foundation, come Changemaker dell’Anno

Accanto al coinvolgimento degli alumni, continua a rafforzarsi la cultura del dono. Nel solo quadriennio 2021–2024 sono stati raccolti quasi 70 milioni di euro, segno di una fiducia crescente nella missione dell’Ateneo.

Le donazioni si concentrano su quattro direttrici strategiche – Inclusion, Social Sciences, Social Responsibility e Community – e il 60% dei fondi raccolti è destinato direttamente agli studenti, attraverso borse basate sul bisogno e sul merito. Un impegno che permette ogni anno a 2.000 giovani di accedere alla Bocconi gratuitamente e a 1 studente su 3 di ricevere un sostegno economico, garantendo così la formazione di una generazione consapevole e capace di impatto.

Ma il supporto filantropico alimenta anche la ricerca d’avanguardia e le iniziative più innovative. Grazie al loro contributo, sono oggi attivi 2 centri di ricerca intitolati, 8 laboratori nati grazie a donazioni filantropiche e 24 cattedre intitolate, di cui due nuove annunciate proprio quest’anno.

La prima è la Enel Foundation Chair in Competitiveness and Transition, che sarà assegnata a Francesco Decarolis, professore ordinario del Dipartimento di Economia, per studiare il delicato equilibrio tra transizione energetica e competitività, e il ruolo delle policy nella costruzione di mercati equi e resilienti.

La seconda è la Harvey Chaplin Chair in Distribution, Channel & Experience Management, sostenuta da Campari, che andrà a Sandro Castaldo, professore ordinario del Dipartimento di Marketing, per sviluppare ricerca di frontiera sui canali distributivi e la customer experience in un’economia in trasformazione.

Scegliere di esserci. E di esserci davvero

“Questa università non è solo un luogo di apprendimento: è un progetto collettivo, costruito ogni giorno da chi sceglie di esserci,” ha concluso Billari. “E in quel granello di tempo che ci è affidato, ognuno di noi ha la possibilità – e la responsabilità – di fare la differenza.”

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